La consapevolezza di essere più forti delle avversità
Se la cosa più bella di una gara giocata a Milano sarebbe potuta essere il treno per Roma con in tre punti conquistati, tornare nella Capitale imbattuti dallo scontro con la capolista della Serie A, con un punto che fa classifica è un qualcosa per cui essere soddisfatti. La gara non è delle migliori per quanto riguarda lo spettacolo: una partita di lotta, molto tattica, con l'Inter che pressa alto e gli uomini di Fonseca vanno in difficoltà, tanto da regalare tre palle nitide nel primo tempo. Il secondo scivola via e conferma quanto solida sia la difesa, nella coppia Smalling-Mancini, abili a limitare Lautaro e Lukaku. Alla fine è 0-0, un punto che fa classifica, una gara che può solo consolidare mentalmente una squadra ancora alla ricerca della propria dimensione e della propria collocazione in questo campionato. L'obiettivo resta uno e uno soltanto: il ritorno in Champions League. Difficile fare di più, il tecnico ha provato a sopperire all'assenza iniziale di Dzeko con Zaniolo, ma il numero 22 ha bisogno di campo e di giocare fronte alla porta. Di neccessità, virtù.
Altro valore aggiunto di una squadra che riesce a nascondere i propri difetti, come la mancanza di una vera alternativa all'attaccante bosniaco per cui il discorso "speriamo che non gli venga il raffreddorre" è più che mai d'attualità. Una squadra che riesce a sopperire ai continui infortuni, ciclici, puntuali a ripresentarsi quando la situazione sembra essere sul punto di rifornire Fonseca di una inaspettata abbondanza nelle scelte. Ecco che la prestazione di Antonio Mirante, man of the match per il suo omonimo Conte, può essere anche lei vista come un livello giusto di concentrazione, di consapevolezza di un gruppo che sa perfettamente cosa fare in campo e lo fa quando chiamato in causa nei singoli. Adesso c'è da chiudere il discorso qualificazione in Europa. Quella minore, ma comunque importante per mantenere una dimensione internazionale che la Roma club, squadra, si è costruita in questi ultimi anni. I banchi di prova non finiscono di certo al Meazza, anzi, la difficoltà sta proprio nel mantere questa tensione mentale-agonistica in tutte le gare. Sia giovedì, sia domenica prossima contro la SPAL.