Il matrimonio con Luis Enrique inizia a vacillare: tre gare, poi la resa dei conti
La partita di domenica contro la Fiorentina ha gettato nello sconforto tutti i romanisti ancora prima del fischio di inizio della gara. Appena lette le formazioni si poteva presagire tranquillamente quello che sarebbe successo. L’ennesima sconfitta questa volta fa più male delle altre. Perché la voglia di crederci, in questo famoso progetto, oramai non c’è più. Non c’è più la pazienza, la speranza che qualcosa cambi. Il gioco è questo e per la Roma non va bene. Non è un discorso di formazione né di giocatori messi in campo. E’ l’idea che c’è dietro che non può bastare.
E’ vero, ci sono state delle partite in cui si è visto un bel gioco, ma sono state eccezioni. Troppi errori, un attacco debole e una difesa inesistente - vuoi per il modulo vuoi per capacità dei singoli - hanno portato a questa serie oramai lunga di sbagli. Non è neppure un discorso di classifica, la Roma e i suoi tifosi sono abituati alle rimonte ma ci sono state delle scelte compiute da Luis Enrique di cui ancora oggi non si capisce il senso. Un esempio su tutti? Boriello. Un giocatore del calibro dell’ex milanista relegato alla panchina è un peccato. Osvaldo e la sua punizione? Troppo. Un’esagerazione che, in un momento difficile come quello che sta vivendo la Roma, poteva tranquillamente essere evitato.
Come se non bastasse, Totti. Qui bisogna precisare una cosa. Il tifoso romanista non vuole vedere scendere in campo Francesco Totti solo perché è la bandiera della Roma o perché ha sempre dimostrato il suo attaccamento alla maglia, decidendo di iniziare e concludere la sua carriera nella città in cui è nato. Il tifoso romanista vuole vedere scendere in campo il capitano perché è un fuoriclasse. Punto.
Queste amare valutazioni vanno fatte a prescindere dall’uomo. Luis Enrique è un professionista, è un allenatore che ha dimostrato carattere, convinto delle proprie idee, in grado di convincere una piazza difficile come quella di Roma. Ma questo matrimonio sta iniziando a vacillare. Forse il salto è stato più lungo della gamba, forse il campionato del Barcellona B non è il campionato italiano di Serie A e della Roma.
Tre partite ancora e per il tecnico asturiano arriverà la resa dei conti. A quel punto si capirà se il destino di Enrique sarà ancora giallorosso. Intanto si fanno sempre più insistenti le voci di un ritorno di Carlo Ancelotti tra le fila della Roma. Il nostro piccolo sogno americano.