Il grande merito di Fonseca e il crocevia contro l'Inter
Solitamente, siamo abituati a dichiarazioni di questo genere: “Domenica non sarà fondamentale”, “non sarà decisiva”, “sarà una partita come le altre”, “non cambierà niente”, e così via.
Questa volta, invece, la situazione è un pochino più complessa: se la Roma dovesse perdere contro l’Inter, non sarebbe un dramma, si continuerebbe a parlare di quarto posto, la sconfitta verrebbe metabolizzata (come accaduto contro Napoli o Atalanta) e si ricomincerebbe da capo. Se, invece, i giallorossi dovessero battere i nerazzurri allora la situazione cambierebbe totalmente. Non ci si potrebbe più nascondere e, a quel punto, la parola scudetto aleggerebbe su Trigoria così come le nuvole stazionano su Roma ormai da giorni, iniziando a far parte dell’arredo urbano.
Alla Roma manca un pochino di profondità della rosa e la capacità di battere le grandi ma ha continuità, forza mentale, qualità e nei titolari (più alcune riserve) è molto forte e competitiva. In più, ha un allenatore che sa quello che vuole, sa quello che sta facendo e ha dato un’identità precisa alla squadra. Un allenatore calmo, sereno ma estremamente determinato.
Spesso si dice che la capacità di un tecnico si misura anche da quanto riesca a valorizzare i suoi calciatori. L’elenco, con Paulo Fonseca, è abbastanza lungo ed eloquente: partiamo da Smalling, rinato nella Capitale, andiamo con Ibanez, migliorato tantissimo in fase di marcatura da quando è sbarcato a Trigoria e ora titolare fisso. Sta (ri)trovando una sua identità Cristante, che ha cambiato almeno 3 ruoli ma ha sempre sentito la fiducia del tecnico portoghese. Poi Villar, Veretout che ha fatto il salto di qualità, Pellegrini da cui si pretende sempre tanto perché ha fatto vedere di poter fare tanto. Poi Karsdorp, dato per finito ancor prima di cominciare, Spinazzola, spinto anche dal rifiuto della stessa Inter che domenica si troverà di fronte. Mkhitaryan, scaricato dall’Arsenal, è un giocatore rinato. Zaniolo, dopo la parentesi Ranieri, aveva continuato la sua crescita esplosiva prima di farsi male. Dzeko difficilmente potrà crescere ancora mentre Borja Mayoral è migliorato molto nel gioco spalle alla porta e nella finalizzazione.
I singoli migliorano grazie al lavoro del tecnico. I singoli, in salute e ben allenati, formano una squadra. Una squadra dove tutto funziona aiuta ancora di più singoli a crescere. Un circolo virtuoso, in attesa di una gara, quella contro l’Inter, che potrebbe rappresenta un crocevia fondamentale della stagione.