I fantasmi del passato
Si poteva parlare del ritorno in campo della Roma, al primo passo della sua stagione 2020-2021, con una nuova proprietà e un percorso tutto da scrivere, nonostante i tanti nazionali fuori e le poche indicazioni che si possono trarre con certezza (come, ad esempio, la conferma della difesa a 3) in un match giocato per metà dalla formazione Primavera. E invece, anziché guardare al futuro, sono rimersi alcuni fantasmi del (recente) passato, con le parole di Gianluca Petrachi, alla prima uscita pubblica dal suo allontanamento di poco meno di due mesi fa. L’ex DS ha accusato direttamente i suoi datori di lavoro di averlo abbandonato, con tanto di solito, e ormai stucchevole, riferimento alla distanza “da Roma, dalla Roma e dai suoi tifosi” di Pallotta, tema di cui tanto piaceva (e piace ancora, vista l’importanza che si sta dando all’eventuale presenza nella Capitale di Ryan Friedkin) dibattere, come se il problema, nel 2020, possa essere l’indirizzo di residenza dell’azionista numero uno di una società. Per il resto, altri ami buttati ma nessun’altra accusa ben circostanziata.
Improbabile e fuori luogo pensare all’ipotesi di puntare un dito pubblicamente addosso a qualcuno, tra l’altro, su temi di innegabile importanza come la fiducia e la riservatezza, ma è anche difficile non ricordare come l’ultimo in ordine di tempo a “violare i segreti dello spogliatoio” fu lui stesso, confessando candidamente a Sky Sport di “aver visto la squadra un po’ così” negli allenamenti in preparazione alla ripresa del calcio post interruzione per la pandemia. Una cosa che sembra ben diversa dall’”alzare un muro a difesa della squadra” e che, anzi, fu apprezzata perché quel muro lo abbatteva, lasciando a nudo quella che in ogni caso sarebbe stata presa per buona come verità, nel solito altro topos dei calciatori scansafatiche, rigorosamente da cavalcare con tutta la retorica a suo contorno. In un giorno che, nel suo piccolo, poteva essere anche gioioso per gli appassionati romanisti, pronti a seguire una nuova avventura (pur con premesse al momento non esaltanti), le - legittime, senza alcun dubbio - parole dell’ex dirigente rischiano di riaffogare la Roma nelle discussioni e nelle polemiche. E, a due settimane dall’inizio del campionato, non ci voleva proprio.