Grandi, grossi e cattivi

02.11.2018 22:55 di  Gabriele Chiocchio  Twitter:    vedi letture
Fonte: L'editoriale di Gabriele Chiocchio
Grandi, grossi e cattivi

Dopo dieci giornate di campionato e tre di Champions League, di letture dell’insoddisfacente rendimento giallorosso ne sono state fatte tante: si è parlato di mercato, di modulo, di idee di gioco, di psicologia. Quel che, almeno all’apparenza, si è analizzato di meno, è però l’aspetto, forse, più visibile a occhio nudo. La Roma, per gli elementi che la compongono, è una squadra molto fisica, ricca di chili e soprattutto centimetri: i 199 di Fazio, i 198 di Olsen, i 196 di Nzonzi, i 193 di Džeko, i 190 di Marcano, gli stessi 188 di Lorenzo Pellegrini e 187 di Pastore che sono gli elementi di qualità, e non certo di forza, della rosa e in generale tanti elementi sopra i 185. Centimetri che significano vantaggio sulle palle alte, chili che significano forza fisica nei contrasti, elementi che però mal si conciliano con l’idea di calcio decisamente più tecnica di Di Francesco, pur considerando che questa idea di calcio in campo si è vista davvero poche volte.

Una di queste, forse la più squillante, fu la partita di Firenze dello scorso anno, con una guerra di pressing e ribaltamenti vinta, però, fondamentalmente grazie al gol del 3-2, segnato da Manōlas su un calcio d’angolo. Oggi, per una lunga serie di motivi, sembra difficile poter ingaggiare un’altra battaglia contro uno specialista di quello stile di gioco come Pioli, che a parti invertite all’Olimpico scelse di difendersi portando a casa la posta; un copione che potrebbe ribaltarsi sabato, magari non con le stesse modalità di Napoli, ma pensando più a ciò che si ha rispetto a ciò che si vorrebbe avere e che non si riesce a ottenere. Una squadra grande, grossa e cattiva sulla quale far rimbalzare i tentativi di aggressione viola, cercando di capitalizzare le occasioni che arriveranno: ancora non è chiaro se sarà più difficile il primo compito o il secondo, con 17 gol segnati a fronte però di ben 6,7 tiri nello specchio a partita, segno che la fase realizzativa è ancora migliorabile e da migliorabile. Come sono migliorabili parecchie altre cose, a cominciare da una classifica da rendere più bella da vedere già al Franchi, in un modo o nell’altro.