Gli errori gratuiti e la Dzeko-dipendenza
La Roma gioca un tempo, poi il nulla. Il caldo di San Siro, il Milan con una partita ufficiale e qualche giorno di riposo in più possono essere una delle cause del crollo nei secondi 45 minuti di gioco. Ci sono e si devono sottolineare però anche altri aspetti. Il primo è il fatto che sia diventata abitudine, una pessima abitudine che la squadra si trascina da una stagione, quella di regalare i gol all'avversario di turno. Errori gratuiti come il pallone giocato all'indietro da Zappacosta che fa il paio con quello di Diawara (che col Milan chiude l'uno-due per il rigore) contro la Sampdoria. Tutte situazioni dove l'allenatore può far poco, in cui il singolo penalizza una squadra intera. Anche perché l'unico che valorizza un team ancora alla ricerca di sfruttare una vera e propria manovra di gioco è Edin Dzeko.
Nel bene, come con la doppietta dell'Olimpico, nel male, con quel colpo di testa, su assist di Kluivert che finisce a lato. Segno di una Dzeko-dipendenza difficilmente colmabile, specie quando c'è da rimboccarsi le mani o cercare/trovare la giocata. Non sono servite neanche tutte e cinque le sostituzioni per dare la scossa a una squadra che si spegneva sempre più, col passare dei minuti. Quei cambi decisivi per gli assist contro la Samp, ma come si è dimostrato, l'assist può essere bello, ma se non hai chi lo finalizza...
Tanto lavoro da fare da qui a giovedì con una condizione psicofisica da risollevare, con tutti gli argomenti di sopra da analizzare. Il quarto posto Champions è sempre più lontano e quello Europa League da difendere con un Milan a -6 proprio in virtù della sconfitta. Prima di tutto, bisogna ripartire.