Giù le mani da Zaniolo

18.02.2019 14:30 di  Gabriele Chiocchio  Twitter:    vedi letture
Fonte: L'editoriale di Gabriele Chiocchio
Giù le mani da Zaniolo

Premessa: chi si aspetta di leggere righe e righe scritte per consigliare (nella migliore delle ipotesi) a Monchi di non cedere Nicolò Zaniolo nella prossima sessione di mercato rimarrà ampiamente deluso. Non si può parlare sempre e solo di calciomercato, come se le partite non si giocassero, come se la Roma non avesse ricominciato la sua avventura in Champions League, torneo che, di questi tempi, è forse la cosa più bella che viene in mente quando si parla di calcio. Specie perché se, dopo il bel viaggio europeo di metà settimana, rientriamo entro i confini, lo scenario è abbastanza desolante: un campionato dove ormai c’è competizione vera solo per il quarto posto (guarda caso, l'ultimo per entrare in Champions League), operazioni di comodo tra società certificate come tali dagli stessi dirigenti, stadi brutti e spesso vuoti che ospitano partite vuote e spesso brutte. Un movimento in crisi da anni, che necessiterebbe di una ricostruzione vera ma che invece resta in attesa di un Messia che, magicamente, faccia sparire tutti i suoi problemi. E quel Messia non può e non deve essere Nicolò Zaniolo, che ha appena 19 anni e che ha solamente realizzato 5 gol e 2 assist vincenti tra Serie A e Champions League.

Tanto per un ragazzo della sua età, poco, quasi niente in senso assoluto, con una strada lunghissima ancora da percorrere alla giusta velocità, senza spinte da dietro che possono portare a rovinose cadute. La smania di cercare un nuovo idolo - magari poi da demolire, come è successo per anni a Francesco Totti, totalmente (o quasi) riabilitato solo quando la sua carriera era ormai agli sgoccioli - non deve in alcun modo porre sulle spalle di Zaniolo una responsabilità maggiore di quelle che piano piano, un passo alla volta, si sta già sobbarcando sul campo, con la maglia della sua squadra. Specie se questa smania, più che dall'entusiasmo, è dettata da pigrizia e scarsa attenzione (se così vogliamo chiamarla) nell'analizzare e risolvere i problemi del calcio italiano: non è la prima volta che accade (si pensi a giocatori come Chiesa, che in Champions League non ha ancora mai messo piede, o Belotti, che non più di un paio d'anni fa veniva descritto come “uomo da 100 milioni”, o Berardi, che al Sassuolo stava e al Sassuolo è rimasto, e si può andare avanti) e non sarà l'ultima, considerato un andazzo che riguarda la Roma fino a un certo punto. Anzi, che la Roma non deve riguardarla per niente.