Duelli ed enigmi

07.03.2018 13:24 di  Gabriele Chiocchio  Twitter:    vedi letture
Fonte: L'editoriale di Gabriele Chiocchio
Duelli ed enigmi
Vocegiallorossa.it

La Serie A 2017/2018 sta raccontando l’ennesima lotta al vertice tra l’estro e il pragmatismo, una sfida figlia di risorse e necessità delle due contendenti al titolo che si ripete, più o meno ciclicamente, nel nostro paese; a questa sfida, secondo qualcuno, avrebbe dovuto partecipare anche la Roma, indietro però rispetto alle battistrada e incastrata nei suoi altrettanto ciclici duelli interni, tra il desiderio di creare un’identità collettiva e il bisogno di sfruttare il materiale a disposizione, probabilmente non perfetto per generare quell’identità in maniera completa e definitiva. La partita del San Paolo, a cui la Roma, oltretutto, si presentava in condizioni psicologiche tutte da verificare, lasciava aperta una sola strada: ottimizzare la situazione dei singoli per contrastare il (quasi) perfetto collettivo di Sarri. Quella strada la si è percorsa nel migliore dei modi e da lì sono uscite fuori quelle che, forse, sono state le migliori prestazioni stagionali di Edin Džeko e Kevin Strootman, oltre che due gare sopra la media del periodo (e probabilmente anche quella stagionale) di Daniele De Rossi e Radja Nainggolan: quattro giocatori, a dir poco, nel mirino della critica, tornati a essere tra l’importante e decisivo appena rientrati nella loro comfort zone, che non è un semplice modulo - il 4-2-3-1 messo in campo da Di Francesco è sempre stato un piccolo inganno, che anzi ha mozzato tatticamente i suoi principi - ma un atteggiamento evidentemente diverso da quello richiesto dal tecnico nelle gare da affrontare in tuta da lavoro e non in quelle per cui si può indossare lo smoking.

Giunti ormai a marzo, la conferma che vien fuori da tutto ciò è che, accantonando per un attimo il fattore mentale (comunque fondamentale: giocare quando la pressione è sulle spalle degli altri è decisamente più semplice), in estate servirà cambiare parecchio per avvicinare le caratteristiche della rosa a quelle che servono per interpretare con più sicurezza i dettami dell’allenatore; a quell’estate, però, servirà anche arrivare e bisognerà farlo riempiendo il portafogli. E per riempire il portafogli sembra chiaro il bisogno di avere il più vicino possibile al massimo gli elementi più importanti della rosa, che un’identità hanno dimostrato di saperla avere, seppur fino a un certo punto, e i quali, però, sono sempre soggetti a fluttuazioni di rendimento dovuti a vari fattori (fisico, mentale, d’età). Ennesimo enigma di una stagione e di un gruppo che certezze non ne darà fino al 20 maggio e che, probabilmente, fino a quella data dovrà vivere alla giornata, sperando che sia il più possibile quella giusta.