Col core business acceso da 'na passione
La Roma si è tuffata prepotentemente sul mercato a 360°, non solo nella sfera tecnica, ufficializzando il nuovo numero 21, quel Nemaja Matic che andrà a rinforzare la mediana giallorossa. L'aspetto più importante per i prossimi giorni sarà quello di monitorare la situazione azionaria, con l'OPA totalitaria lanciata dai Friedkin per il delisting dalla Borsa. Una situazione che riporterà la Roma a essere una società privata, ma allo stesso tempo la riporterà a quello che è il principale core business del club: l'aspetto prettamente calcistico. Un discorso che è iniziato e sta venendo portato avanti dall'attuale proprietà. La Roma è una squadra di calcio che vive in parallelo con e della passione dei propri tifosi. Non è un caso che nel documento con cui è stata lanciata l'OPA siano scritte nero su bianco determinate cose, magari che passeranno in secondo piano, perché non tutti hanno il tempo e la voglia di leggere 189 pagine di documenti, ma che sono importanti per capire dove stia andando il club.
Ai primi posti, sotto la voce "fonti di ricavo" ci sono proprio i tifosi con i loro biglietti e abbonamenti acquistati, riempiendo l'Olimpico quasi ogni partita, e i loro acquisti (vendite realizzate dai Roma Store) del merchandising, poi le altre voci come le sponsorizzazioni o i diritti radiotelevisi. In un precedente editoriale avevamo scritto di come il compito della proprietà, in questo momento, fosse quello di mantenere acceso il sacro fuoco della passione del tifoso e ora ne abbiamo dato anche un motivo ben valido.
Abbiamo detto come delisting sia sinonimo di tornare a far essere la Roma prettamente una squadra di calcio, motivo per cui viene fondata nel 1927 e anche questo viene messo nero su bianco. L'obiettivo primario dei Friedkin è quello di continuare ad allestire una squadra in grado di competere per le prime posizioni nel campionato nazionale e nelle competizioni internazionali.
Lasciamo uno spazio perché dopo anni in cui si è parlato fondamentalmente di tutto, meno che della sfera prettamente calcistica, è un qualcosa che dovrebbe riportare la Roma e di conseguenza i propri tifosi, come diceva Garcia, "al centro del villaggio".
Per esempio, la gestione dei costi viene messa al settimo posto, come valutare tutte le opzioni praticabili in relazione alla costruzione del nuovo stadio (un tempo una conditio sine qua non) viene al quarto posto. Perché davanti a queste cose, come diretta conseguenza di quello che è l'obiettivo primario, c'è quello di seguire una strategia disciplinata in relazione all’acquisto, utilizzo e cessione dei calciatori, sostenuta dallo sviluppo di un settore giovanile di livello mondiale, al fine di assicurare la solidità finanziaria a lungo termine del club.
Poi vengono gli aspetti prettamente economici sullo sviluppo del brand AS Roma, quello di massimizzare l’attrattività globale e il valore della Serie A e delle competizioni internazionali. Ovviamente c'è spazio ancora una volta per i tifosi, in una continua espansione a livello mondiale, offrendo opportunità di coinvolgimento e interazione con il club sempre maggiori.
In attesa di capire cosa riserverà il mercato, quello della compravendita dei giocatori, la Roma ha e va nella direzione di avere un core business acceso da 'na passione.