Clean sheet, grinta, qualità e tre punti. La Roma prova a rigiocare da Roma
Che tre punti contro il Frosinone, in casa, fossero fondamentali alla settima giornata, nessuno se lo sarebbe augurato (a meno di lotta per lo scudetto). Invece all'Olimpico la gara era di quelle che, un altro risultato eccetto i 3 punti sarebbe stata una sconfitta e avrebbe alimentato ulteriori polemiche. Per fortuna la Roma non fa la stupida, ma torna a essere la squadra della scorsa stagione, in tutte le sue doti, con quel Lukaku lì davanti che rappresenta la ciliegina sulla torta. In poche parole, la Roma ha fatto tutto quello per cui è stata costruita e quello che, più o meno, la gente si aspetta dalla squadra di Mourinho. È tornato quel clean sheet, quasi marchio di fabbrica giallorosso della passata stagione, al di là di come fosse composta la difesa. Il sacrificio di Cristante (uno dei migliori a centrocampo) è stato, in un certo qual modo reso indolore dal fatto che Dybala-Lukaku-Pellegrini in attacco hanno fatto la differenza e quindi non servivano le scorribande del numero 4 della Roma. Il gol è uno di quelli che sicuramente verrà utilizzato sui social perché arriva dopo un lungo possesso, ragionato, prima dell'accelerata di Dybala per Lukaku, glaciale nel portarsi la palla sul sinistro e fare gol.
A raccontarla così però si finisce di sottovalutare la prestazione grintosa in fase di recupero palla, a partire da Pellegrini, fino alla coppia centrale di centrocampo Paredes (di solito meno incontrista) e quel Bove tornato in versione "cane malato".
Il gol del 2-0 di Pellegrini, che torna al gol, come la Roma torna alla vittoria è la metafora con cui si chiude una serata da lupi, iniziata con una bella luna rossa sopra l'Olimpico. Una vittoria, ovviamente non basta, ma più di così non si poteva fare. Adesso serve trovare quella continuità, tra Europa League e Serie A.