Bastano due indizi per fare una prova: bisogna evitare un altro caso Solbakken
Se non preoccupazione, c’era almeno curiosità di capire se il GM Tiago Pinto avesse o meno centrato l’obiettivo delle plusvalenze necessarie per accontentare l’UEFA dopo gli accordi presi tra la Roma e la confederazione europea nel famigerato settlement agreement che tanto ha influenzato - e tanto influenzerà - il calciomercato giallorosso.
Nessuna comunicazione ufficiale è arrivata né era prevista, ma fondate indiscrezioni parlano di un traguardo solamente sfiorato e non centrato, che porterà a una multa di 5 milioni di euro. Una sanzione accolta con soddisfazione - sempre secondo indiscrezioni - da parte del club, così come da gran parte dell’ambiente, che ha colto il messaggio secondo il quale è meglio pagare questa multa che anche solo ipotizzare di vendere un titolare, mossa che evidentemente era stata esclusa a prescindere dal raggiungimento o meno della soglia necessaria.
Tolto il curioso dettaglio che questa multa andrà a rimettere nel bilancio da poco aperto praticamente il costo di cui ci si era liberati dopo la scadenza dei contratti di Ante Ćorić e William Bianda (6,8 milioni complessivi di costo annuo), quanto accaduto è il secondo indizio di come, in questo ambito, non ci sia da scherzare con la UEFA. Già a febbraio l’organismo calcistico europeo aveva impedito alla Roma di inserire in lista il leggerissimo, economicamente parlando, Ola Solbakken, perché evidentemente quei 450.000 euro circa di costo (900.000 annui, ma per metà stagione) sforavano la somma a disposizione di Tiago Pinto per formare l’elenco.
Adesso, aver totalizzato solo 27-28 dei (pare) 30 milioni necessari per centrare il primo obiettivo intermedio in vista di quello definitivo del 2026 non ha del tutto accontentato l’UEFA, che dovrebbe quindi irrogare la sanzione al club giallorosso, già multato di altri 5 milioni alla sottoscrizione del settlement agreement, portando il totale a circa 10. Chi si aspettava un po’ di elasticità da Nyon è rimasto evidentemente deluso e questo dovrà essere di monito anche e soprattutto per quanto riguarda gli acquisti.
Queste due esperienze lasciano infatti ben poche speranze di poter rimettersi alla clemenza dell’UEFA in caso di sforamento delle risorse a disposizione per comporre la prossima lista europea, e dunque bisognerà stare attenti al centesimo nel momento in cui si procederà a delinearla, per evitare altri casi Solbakken con calciatori magari più decisivi del norvegese. Ci sono quasi due mesi a disposizione e il lavoro sarà tanto e duro: l’estate di Tiago Pinto è appena iniziata.