Alisson in WÜnderland - Il Paese delle meraviglie nella mente fragile della Roma
La domanda se la Roma sia uscita o meno dal momento di crisi ha una risposta: no. Tre vittorie consecutive, la riconquista del terzo posto in Serie A, non sono servite alla squadra a scrollarsi di dosso i problemi congeniti che la attanagliano. L'illusione è arrivata dall'esplosione di Cengiz Ünder che, in coppia con Alisson, sta mandando avanti, o nel caso della gara di Charkiv, sta tenendo a galla la squadra. Un piccolo Paese delle meraviglie che riesce a incantare a suon di gol e di parate strepitose, ma che rimane pur sempre circoscritto alla provincia della Roma. Giunto a 5 gol nelle ultime 4 partite la stella turca, come nella bandiera nazionale, illumina di luce propria la luna giallorossa. A differenza del satellite, la cui rotazione sincrona con la Terra permette di osservare sempre la stessa faccia, la squadra di Di Francesco riesce nell'arco dei 90' a mostrare sia il suo lato migliore, sia il così detto lato oscuro. La concretezza sotto porta, quel cinismo sinonimo di mentalità vincente non sono di casa a Trigoria.
Se, grazie alla legge dei grandi numeri (più tiri in porta, più aumentano le chance di segnare), puoi in qualche modo sopperire al mal di gol, andare a curare la fragilità mentale è più difficile. È bastato l'errore di Florenzi che ha dato il la al pareggio di Ferreyra (un pareggio fuoricasa in una partita andata e ritorno era un risultato positivo) per mandare in bambola una squadra capace di controllare agevolmente la partita nei primi 50 minuti di gioco. Il 13 marzo, allo Stadio Olimpico, un Olimpico che dovrà essere riempito per aiutare la squadra a qualificarsi ai quarti di finale, basterà vincere 1-0. Tutto è ancora in gioco, 49% Roma, 51% Shakhtar, le percentuali. La squadra di Fonseca fuori casa è ben diversa da quella vista al Metalist Stadium. La missione è di quelle possibili. 20 giorni per far trovare la condizione migliore ai big, i veri assenti della gara di andata, e ritrovare una Roma più squadra, capace di affidarsi più al collettivo e non sperare negli acuti della premiata ditta Alisson-Ünder.