A Vienna evitate le trappole, col Bologna serve ancora uno sforzo
La Roma torna a vincere fuori casa in Europa dopo quasi due anni (l’ultimo successo esterno internazionale risaliva al febbraio 2015 sul campo del Feyenoord, sempre in Europa League) e lo fa nel primo, piccolo, grande crocevia della sua Europa League: la situazione del girone si fa decisamente più in discesa, con questi tre punti raccolti in una serata che poteva comunque riservare delle brutte sorprese.
OLTRE L’EMERGENZA - Non bastasse la ancora non eccezionale (eufemismo) capacità della Roma di districarsi nelle gare europee, i giallorossi si sono presentati a Vienna con una difesa assolutamente raffazzonata, non solo numericamente, ma anche come stato di forma e adattabilità al reparto: Bruno Peres è praticamente un’ala aggiunta, Rüdiger ha giocato incredibilmente la terza gara in una settimana - la seconda da titolare in cinque giorni - al rientro dall’infortunio, De Rossi è un centrocampista e Jesus non gode di particolare fiducia. Le insidie dell’attacco dell’Austria Vienna erano quelle che sono, ma il reparto - fatti salvi gli errori individuali di Jesus e Alisson in occasione del vantaggio di Kayode - ha svolto il suo compito in modo sufficiente, magari non brillante (tanto, troppo lo spazio lasciato per le possibili ripartenze viennesi nel primo tempo) ma capendo il tipo di partita che si stava giocando ed evitando le trappole tese da Fink, come gli uno contro uno dei ficcanti trequartisti e anche qualche provocazione di troppo. I giallorossi, che qualcosa da farsi perdonare ce l’hanno, hanno così avuto meno difficoltà a mantenere il controllo della gara per quasi tutta la sua durata, vale a dire quello che si chiedeva loro di fare in questo girone di Europa League.
CON UN EDIN COSÌ... - Resta il peccato dei due gol subiti (cinque in totale contro la squadra di Fink, un’enormità), ma difficoltà difensive si potevano attendere e così Spalletti ha optato per non stravolgere anche l’attacco, lasciando un turno di riposo al solo Salah e puntando su El Shaarawy, Perotti e soprattutto Edin Džeko, alla prima da titolare in Europa League. La scelta del Monito falso 9 prima e quella di Totti poi avevano probabilmente fatto un po’ dimenticare l’importanza che può avere giocare queste gare con un centravanti che non solo lotta, ma segna pure come il bosniaco in questa stagione: 12 gol stagionali, la metà dei quali segnata nelle ultime 5 partite con le tre doppiette a Napoli, Sassuolo e appunto Austria Vienna. Quantità e qualità per quella che ormai è una conferma e non più una piacevole sorpresa.
ANCORA UNO SFORZO - La cattiva notizia è che lo striminzito gruppo di giocatori disponibili sarà praticamente lo stesso che domenica dovrà giocarsi l’ultima gara di questo scorcio di stagione, quella di domenica contro il Bologna. Rientrerà Salah, si tenterà di recuperare almeno Federico Fazio ma gli saranno presumibilmente gli stessi della gara dell’ex Prater. Servirà ancora uno sforzo per prendere tre punti di vitale importanza per andare da secondi in classifica alla sosta, che potrà essere utile - nazionali permettendo, anche se proprio gli infortuni e la scarsa forma potrebbero far sì che resti a Trigoria qualche giocatore in più del solito - per recuperare qualcuno. Vietato allentare la tensione.