Tommasi: "I tempi per la ripresa li detta il Coronavirus. Bisogna capire se ci sarà il tempo di riprendere"

04.04.2020 15:52 di  Alessandro Pau   vedi letture
Tommasi: "I tempi per la ripresa li detta il Coronavirus. Bisogna capire se ci sarà il tempo di riprendere"
Vocegiallorossa.it
© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Il Presidente dell'AIC Damiano Tommasi, informa il sito ufficiale dell'Associazione, ha parlato a Canale Italia commentando l'attuale momento del calcio in relazione all'a pandemia:

Sulle serie minori
"Nelle serie minori ci sono due aspetti da tenere in considerazione: il livello delle retribuzioni, che non è certo quello che la gente immagina, perché sono retribuzioni normali per vivere, e la sopravvivenza dei club legate ad aziende di riferimento con proprietari che dovranno valutare se dedicarsi soltanto alle loro attività e non più al calcio. In questo momento è necessario ragionare a 360 gradi perché dobbiamo tutelare l’intero sistema calcio. La salute per noi rimane una priorità. Il rischio, non solo nel calcio ma anche in altri settori produttivi, è che si continuino ad accavallare troppe esigenze su salute e ripresa, fino ad arrivare a non capire se sia più grave l’emergenza sanitaria o quella economica. Nel calcio ripartire senza la necessaria sicurezza significherebbe rischiare nuovi contagi e bloccare nuovamente tutto. Serve totale sicurezza, che non deve riguardare solo gli atleti ma tutti quelli che si muove attorno ad una squadra di calcio perché tutto l’ambiente dovrà essere gestito allo stesso maniera”.

Possibili date per la ripresa? 
"I programmi non li può dettare nessuno, né la UEFA, né la FIFA, né la FIGC, né la stessa Associazione Calciatori. Li detta il Coronavirus e noi purtroppo siamo chiamati a ragionare sui programmi nella totale incertezza su quando poter tornare in campo. È notizia di oggi che in Spagna, che ha ormai superato l’Italia nel numero dei contagi, prolungheranno lo stop fino a fine aprile. Bisogna capire se questa epidemia ci darà il tempo e la possibilità di ricominciare”.

Il taglio stipendi dei calciatori di Serie A? 
"Da quando è nata l’AIC nel 1968, definita come il sindacato dei nababbi, il calciatore è visto come quello che guadagna troppo e quindi è un messaggio molto popolare. Il taglio degli stipendi, unito all’esigenza di gestire la crisi economica, diventa quindi un tema fin troppo facile, condito da molta demagogia. È chiaro che i calciatori faranno la loro parte e dobbiamo capire cosa faranno gli altri, dalle Leghe alla FIGC, fino a UEFA e FIFA, perché abbiamo detto che non ci sono solo calciatori di fascia alta ma esistono anche i calciatori di Lega Pro, i dilettanti, il calcio femminile e si rischia che questa parte scompaia. Ora la parte del vertice deve pensare alla base della piramide”.

Queste le sue parole a Radio Punto Nuovo. “Siamo stati interpellati due volte dalla Lega, non so quale sia l'oggetto da contendersi. Abbiamo cercato intesa che non escludo possa esserci nei prossimi giorni. Abbiamo parlato di norme legate all'accordo collettivo, spostando termini, al quale abbiamo aderito. Vogliamo capire qual è l'idea della Lega che dice soltanto di sospendere gli stipendi. In questo momento fare polemiche è fuori luogo, visto il momento. Sospensione e cancellazione sono due cose diverse, oggi non c'è nessuno stipendio da sospendere, ci sarà tempo e modo per prendere un accordo a seconda di come va il campionato. Accordo Juventus? Ne eravamo a conoscenza, è stato un accordo che ha trovato l'intesa tra tutti i tesserati, quindi non può far altro che piacere, anche alla Lega. Accordo lineare per tutti? C'è un accordo collettivo fissato con la Lega, è ovvio che se le società ed i calciatori - a livello individuale o collettivo - giungono ad accordi, tutto fila liscio. In altre società c'è bisogno del nostro appoggio e noi ci siamo".

Sulle altre leghe.
"Con la Lega Pro abbiamo portato avanti il tema, ancora non chiarito del tutto, tutti gli accordi devono essere rispettati dalle parti, basta che tutti siano d'accordo, ma ognuno può organizzarsi su basi diverse. Non so chi mette voci in giro sulla nostra indisponibilità, il nostro lavoro è far sì che vengano rispettate le regole. La Premier League chiede il 30% dello stipendio, finanziando chi sta sotto e la Premier stessa. Le altre istituzioni come partecipano alla situazione? C'è un grande tema, non si capisce il destino della stagione, che cambierebbe prospettiva della stagione e del club. Nell'eventualità in cui la stagione si chiude prima, c'è una prospettiva, ma magari non si porta neppure a termine. Da parte nostra non c'è chiusura, in nessun caso. Giusta lettera di UEFA ed ECA? Sarà il comitato scientifico a capire se si può continuare o no. In consiglio federale capiremo eventualmente come fare, ma solo se verrà dichiara la possibilità da chi ha la responsabilità, oggi, per la salute".

Sulla Lega Pro.
"Come si sta muovendo l'AIC? Abbiamo aperto un conto corrente a supporto ogni singola organizzazione dei giocatori ad ogni livello, quelli della lega dilettanti devolvono le multe dell'anno. Con la Lega Pro siamo in continua discussione, quanti più soggetti partecipano, tante più possono essere le soluzioni. Percentuale fissata? Non stiamo trattando di nulla, perché nulla è stato chiesto. Stiamo parlando con la Lega Pro per tutelare i contratti minimi, per far sì che questa crisi non si ripercuoterà troppo sui club. La nostra preoccupazione in questo momento è anche la sopravvivenza delle società. Un giocatore in scadenza di contratto avrà posizioni diverse rispetto a chi ha altri anni di contratto".