Voeller: "Non volevo lasciare la Roma, ma con Boskov non avevo il posto garantito. Seguivamo Rüdiger ma era infortunato"
Rudi Voeller, ex attaccante della Roma e oggi ds del Bayer Leverkusen, è intervenuto ai microfoni di Roma TV. Ecco le sue dichiarazioni:
Chi è oggi Voeller?
"Per caso sono rimasto qua a Leverkusen, mi chiamò il presidente, serviva loro una mano e sono diventato il suo braccio destro, ho imparato tanto da lui. Sono stato allenatore della Germania e poi della Roma, ma il mio cuore è sempre qui a Leverkusen. Tutta la zona limitrofa è bella, ormai ci abito da più di 20 anni".
Il primo contatto con la Roma?
"Lo ebbi con il figlio di Dino Viola e poi non tutti gli stranieri potevano andare in Italia. Sono rimasto a Brema più del previsto, ma volevo andare in Italia dove c'erano i più grandi e la Roma fu la prima a cercarmi e questo mi ha convinto".
L'inizio con la Roma?
"Ebbi un po' di infortuni, fu difficile, fui costretto a operarmi. C'era anche la pressione della stampa, sapevo che una cosa del genere a Brema non esisteva. Dino Viola mi difese molto, inizialmente fui molto criticato, sopratttutto il primo anno. Il presidente fu molto chiaro quando mi acquistò, avevo anche altre offerte ma scelsi la Roma".
Perché ha fatto innamorare i romani?
"Ho giocato bene probabilmente, inizialmente mi fischiarono pure, ma poi abbiamo costruito una squadra che mi ha permesso di giocare come so, vedi Giannini o Bruno Conti. Non siamo mai arrivati oltre il quinto posto, Napoli e Milan erano troppo forti".
Il cucchiaio su rigore al derby?
"Qualche volta mi capitava di tirarli così, è stato un gesto d'istinto, fortunatamente è andata bene".
Il gol in tuffo al derby?
"Ho capito quanto fosse importante il derby a Roma, da altri parti non ha questo valore. Quando sono arrivato, il prio derby fu negativo, perdemmo 1-0 con gol di Di Canio, ma giocammo anche male. Per una settimana fu un casino a Trigoria e da lì ho capito cosa significhi".
L'annata 1990/1991?
"C'erano squadre più forti di noi come Napoli e Milan, ma noi vincemmo la Coppa Italia e perdemmo in finale la Coppa Uefa. Venivamo dai Mondiali, qualcuno ebbe un crollo, ma nonostante questo un trofeo lo portammo a casa, giocammo due belle partite in finale. Il gol che feci nella semifinale di Coppa Uefa lo ricordo ancora, l'Olimpico scoppiò letteralmente".
Perché ha dedicato la Coppa dei Campioni vinta col Marsiglia alla Roma?
"Non volevo andarmene dalla Capitale, ma la Roma prese Boskov e lui ebbe altre idee ma questo fa parte del gioco. La Roma mi ha fatto capire che forse era meglio per me prendere un'altra strada, non avevo il posto assicurato. Accettai la situazione senza problemi e accettai l'offerta del Marsiglia, sapevo che potevo vincere qualcosa. Dopo la vittoria in Coppa dei Campioni ho voluto effettuare quella dedica perché Roma la sento sempre un po' mia, dico sempre che sono sempre mezzo romano, sono stato vent'anni con una romana".
Quali compagni ricorda maggiormente?
"Ho avuto la fortuna di giocare un anno con Boniek, in nazionale anche ebbi grandi giocatori al mio fianco. Oggi sento spesso Tempestilli, pure Bruno Conti, quest'anno ho visto Roma-Juventus e ho incontrato Giannini".
Bayer Leverkusen-Roma di Champions League?
"Il calcio è strano, per tanti anni non incontri né Lazio né Roma e nel giro di pochi mesi le affronti entrambi. Purtroppo in questo girone difficilmente passeremo entrambe con il Barcellona, ma più o meno noi e la Roma ci equivaliamo, chi sta meglio in quella giornata può vincere".
Cosa significa per il Bayer Leverkusen la Champions League?
"È un traguardo importante, vincere lo scudetto sarebbe importantissimo, ma quando giochi con il Bayern Monaco di questi tempi è terribile, in Italia invece c'è più equilibrio, fortunatamente le squadre italiane non la incontrano. Noi abbiamo un bello stadio, un buon numero di spettatori, ma non raggiungiamo gli introiti di Bayern Monaco e Borussia Dortmund, loro hanno anche più sponsor, però arrivare sempre nei primi 3-4 è importante".
Rapporto manageriale Bayer Leverkusen-Roma?
"C'è un buon rapporto, facciamo anche delle operazioni di mercato, vedi Jedvaj. Questo fa parte del gioco, mi sentivo prima con Baldini, ora con Sabatini, ogni tanto ci chiamiamo, gli chiedo informazioni sui giocatori. Lui mi chiamò per dargli informazioni su Rüdiger, anche noi eravamo interessati a lui ma aveva questo problema al ginocchio e abbiamo virato su Tah, anche lui molto bravo, gli si prospetta un'ottima carriera".
Roma-Juventus di quest'anno?
"Gran bella partita, sono rimasto impressionato del gioco della Roma".
Quanto è importante uno stadio di proprietà?
"Noi abbiamo avuto la fortuna di aver ospitato i Mondiali nel 2006 e gli stadi sono stati costruiti totalmente. In Italia ci sono stadi vecchi e questo è terribile. Sono contento che la Roma ne costruisca uno nuovo, l'Olimpico non è adatto, nemmeno con il cannocchiale si vede bene con quella pista. A Torino hanno fatto un bello stadio e spero possa farlo anche la Roma".
Un messaggio ai tifosi della Roma?
"Li saluto e spero mi perdonino perché spero che noi possiamo passare il turno, però la Roma mi auguro vinca lo scudetto, hanno una grande occasione".