Un rifiuto che vale una stagione: El Shaarawy deve prendersi la Roma
Si è concluso da due giorni uno dei più caldi e complicati mesi della Roma targata americana. Un gennaio con soli due punti conquistati in quattro gare di campionato ma soprattutto caratterizzato da un mercato che ha scombussolato non poco l'ambiente. Non tanto per le partenze effettive (su tutti Emerson Palmieri) ma per quelle che sarebbero potute essere, perché insieme al brasiliano anche Edin Dzeko sarebbe dovuto andare a Londra alla corte di Antonio Conte. Invece il bosniaco è rimasto, per la gioia (probabile) dei tifosi e in particolare di Eusebio Di Francesco, che potrà continuare a contare sulla numero 9 per dare senso a una stagione claudicante. Così come potrà fare affidamento ancora su Stephan El Shaarawy, l'altro big richiesto per il quale Monchi (a detta dello stesso direttore sportivo) ha respinto una maxi offerta arrivata il 29 gennaio.
Resta quindi a Trigoria l'azzurro, che dovrà cercare di dare una mano con più continuità alle prestazioni della squadra. Perché la sua avventura romanista, iniziata proprio a gennaio di due anni fa, lo aveva visto brillare con 8 gol e 2 assist in 16 presenze di campionato. Poi, nella passata stagione, in 44 presenze sono state 12 le reti e 9 gli assist vincenti, passati in secondo piano rispetto alle 50 reti e oltre della coppia Dzeko-Salah. Con la partenza dell'egiziano in estate, sarebbe dovuto essere El Shaarawy il calciatore a ereditarne il peso specifico sotto porta, eppure il classe '92 di Savona in 26 presenze è ancora ben lontano dalla doppia cifra (7 gol), con qualche alto (Roma-Chelsea e Roma-Udinese) e parecchi bassi che stanno pesando sulla forza realizzativa della Roma. Chissà che questo rifiuto sul mercato non lo responsabilizzi ancora di più, facendolo diventare a tutti gli effetti il Faraone di cui i romanisti hanno bisogno.