Quando peggio non può andare... arriva la Juventus

16.02.2013 07:00 di  Gabriele Chiocchio  Twitter:    vedi letture
Quando peggio non può andare... arriva la Juventus
Vocegiallorossa.it
© foto di Alberto Fornasari

Tutto serviva alla Roma, tranne l'arrivo all'Olimpico della capolista, per tentare di risalire la china di una stagione che, scavallato il capodanno, sta assumendo tratti decisamente negativi. E invece, come spesso è accaduto nelle ultime stagioni, la Juventus giunge nella Capitale nel momento a lei più favorevole possibile, con un avversario a pezzi, a volte anche letteralmente.

Come nella stagione 2008/2009: è il 21 marzo, ma l'inverno del campionato giallorosso è ben lungi dall'essere terminato. La squadra di Spalletti è vittima di un'ecatombe di infortuni e squalifiche, che riduce la rosa dei giocatori disponibili a un elenco brevissimo, rimpinguato solo dagli inesperti ragazzi della Primavera. Cassetti, Cicinho, Juan, Aquilani, Taddei, Perrotta e Totti, aggiunti agli squalificati De Rossi, Pizarro, Diamoutene e Motta, formano una lista indisponibili che costituirebbe un grave handicap contro chiunque, figurarsi contro una Juventus che, seppur non fosse più quella di qualche anno prima e non ancora quella attuale, era comunque una buonissima squadra. E i bianconeri non possono far altro che approfittare: nonostante l'orgoglio dei giallorossi che pareggiano con Loria la rete segnata nel primo tempo da Iaquinta, la Juve nel secondo tempo passeggia e segna altre tre reti, ancora con Iaquinta, Mellberg e Nedved. Spalletti non può far altro una panchina da cui escono l'attempato Montella e i baby Stoian e D'Alessandro, forse gli unici "contenti" delle numerose assenze, che fanno il loro esordio in Serie A.

Passano pochi mesi e la storia si ripete. Non è ancora settembre, ma a Roma è già crisi: un mercato deficitario, la sconfitta nella prima giornata contro il Genoa  e una situazione ambientale al limite (e forse oltre) della sopportazione consegnano alla Juventus di Ciro Ferrara un avversario perfetto per dare continuità al proprio inizio di stagione dopo il vittorioso esordio interno in campionato contro il Chievo. I giallorossi non vedono luce, tranne quella di Diego, costoso acquisto dei bianconeri, che dà spettacolo (come raramente gli succederà nel prosieguo della stagione) segnando una doppietta - intervallata dal momentaneo pari di De Rossi - che stende, assieme al gol nel finale dell'altro acquisto Felipe Melo, una Roma protagonista di un secondo tempo tanto orgoglioso quanto inconcludente, con Spalletti autore a fine partita di una storica conferenza stampa che precederà le sue dimissioni.

C'è però un precedente che può far sorridere, quello dello scorso anno. Roma-Juventus è l'appuntamento successivo alla disfatta di Firenze, dove la squadra di Luis Enrique incassa tre gol, chiude in otto uomini, con conseguenti strascichi disciplinari, e il livello di fiducia nel progetto raggiunge il suo minimo storico fino a quel momento. All'Olimpico il tecnico asturiano è costretto a schierare Daniele De Rossi al centro della difesa, facendo esordire dal primo minuto Federico Viviani nel ruolo di perno del centrocampo, fondamentale nel suo modulo di gioco blaugrana. Dopo una settimana di polemiche e di pessimismo, i giallorossi tirano fuori le unghie: in apertura di gara passano in vantaggio proprio con De Rossi, si fanno raggiungere nel secondo tempo da una zuccata di Chiellini e hanno due occasioni, di cui una dal dischetto, per effettuare il nuovo sorpasso, entrambe sprecate da Francesco Totti. Sebbene il risultato non sia completamente positivo, è la partita che segna la svolta della stagione: al pari con i bianconeri - imbattuti e mai così vicini a dire addio alla loro striscia - seguono infatti ben quattro vittorie consecutive (cinque contando la Coppa Italia), che rilanciano momentaneamente la Roma in classifica e nello spirito. Proprio quello di cui avrebbe bisogno la squadra di Andreazzoli, in netta difficoltà soprattutto dal punto di vista mentale e a uno snodo cruciale della stagione: una nuova sconfitta getterebbe più o meno definitivamente nello sconforto giocatori e ambiente, un risultato positivo potrebbe essere il primo gradino della risalita.