Le cessioni dell'era americana, da Mexes a Pizarro
L'inizio del 2013 potrà finalmente chiudere un anno ricco di alti e bassi e di conseguenti polemiche intorno a tutto l'ambiente giallorosso: dalle scelte dell'allenatore a quelle della società, passando dal rendimento di questo o quel giocatore.
Il 2012 è ora alle spalle ed è già tempo di guardare avanti, ma con la fine del vecchio anno e dopo oltre un anno e mezzo dall'insediamento in società della cordata statunitense, è possibile fare un resoconto delle scelte intraprese dagli americani per quanto riguarda le cessioni avvenute dal momento in cui sono arrivati DiBenedetto&Co.
I primi mesi della nuova società non sono stati semplici, con l'affare Mexes a farne da cornice. Presentarsi lasciando andare via un giocatore del calibro di Philippe a parametro zero e per lo più al Milan, non è esattamente iniziare con il piede giusto, ma in quel caso alla nuova società non poteva essere riconosciuta alcuna colpa. Con il senno di poi, andando a vedere le prestazioni offerte dal francese in rossonero, il rammarico giallorosso può essere solo quello di non aver monetizzato il trasferimento perché del Mexes tanto amato dai tifosi romanisti non si è vista neanche l'ombra. Nella stessa finestra di mercato è stato poi venduto anche l'altro francese Menez, croce e delizia del popolo giallorosso. Tanto bravo tecnicamente quanto sconclusionato in fase realizzativa. La sua partenza al Paris Saint-Germain ha più che altro aperto le porte all'arrivo di Lamela e al suo costante utilizzo. L'attaccante parigino è tornato a casa sperando di poter dimostrare di più davanti a quella tifoseria di cui faceva parte, ma il primo anno è stato caratterizzato anche in patria da alti e bassi. L'arrivo di Ibrahimovic e di nuovi rinforzi ha forse reso tutto più semplice per il Psg ma, in questa prima parte di stagione, anche Menez con i suoi quattro gol e otto assist ha dimostrato di essere a suo agio in una formazione che punta ai vertici del calcio in breve tempo.
Con Mexes e Menez nella stessa estate sono partiti anche Vucinic, Riise e i due portieri Doni e Julio Sergio. A parte il montenegrino che è diventato da subito un elemento fondamentale della Juventus campione d'Italia, il resto dei giocatori ceduti sono dei difficili rimpianti. Le quindici presenze collezionate complessivamente dai due portieri brasiliani nel corso di questi 16 mesi sono la prova che rinforzi tra i pali erano necessari, mentre Riise ha trovato il suo ambiente ideale al Fulham, proprio come Juan all'Internacional, Cicinho al Recife, Simplicio al Cerezo Osaka e Cassetti (arrivato a scadenza contrattuale) al Watford.
A gennaio scorso è stato il turno di Borriello che con Luis Enrique non trovava spazio e così è passato alla Juventus, ancora in cerca di una prima punta che mancava dall'addio di Trezeguet. Il centravanti napoletano non ha però soddisfatto le aspettative della società bianconera, che a giugno lo ha rispedito al mittente. Nella nuova stagione Borriello è passato in prestito al Genoa ma anche lì stenta a decollare e, dopo solo metà stagione, è già sul piede di partenza, così come Brighi che, dopo una stagione mediocre all'Atalanta, è tornato a Roma ed è stato trasferito al Torino di Ventura, dove però non trova spazio. Anche lui sembra in procinto di partire, ma il futuro è ancora poco chiaro.
Allo stesso modo, è poco chiaro anche il futuro di José Angel: con i suoi 129 minuti giocati nella Liga spagnola non è certo il punto fermo della Real Sociedad di Montainer, che potrebbe quindi non riconfermarlo per la prossima stagione.
Chi invece resterà sicuramente lontano da Roma sarà Bojan: arrivato come una grande promessa, è stato ceduto dopo un solo anno. Ora è al Milan, ma anche in rossonero non riesce a trovare lo spazio che vorrebbe, complice l'esplosione di El Shaarawy. Lo spagnolo parte spesso dalla panchina e quando entra in campo mostra di poter essere incisivo, ma Allegri sembra non nutrire ancora molta fiducia.
Tra gli attaccanti che hanno abbandonato Trigoria ad agosto si trova anche Borini che al Liverpool trova ancora poco spazio, a causa del lungo infortunio che lo sta tenendo lontano dai campi. Nelle undici presenze collezionate dall'inizio della stagione, solo una volta ha trovato la via del gol: niente a che vedere con il pirata con il coltello sempre affilato ammirato l'anno scorso in giallorosso.
Chi invece è riuscito a ritagliarsi il proprio angolo di paradiso lontano da Trigoria, ma continuando a lottare per traguardi importanti, è invece Pizarro. Il Peq, dopo aver vinto la Premier League con il City l'anno scorso, sta infatti vivendo un momento magico con la Fiorentina dell'ex giallorosso Montella, riuscendo a trovare anche il primo gol in viola.
Tirando le somme ed analizzando chi è stato sacrificato per far posto ai nuovi arrivati sembra comunque che le scelte della dirigenza d'oltreoceano siano state quelle giuste, con l'augurio che il nuovo anno possa partire dalla stessa impronta.