La gara vista dalla curva - Una Sud privata della propria anima gioisce per la grintosa prova dei giallorossi. VIDEO!

17.09.2015 17:00 di  Yuri Dell'Aquila  Twitter:    vedi letture
La gara vista dalla curva - Una Sud privata della propria anima gioisce per la grintosa prova dei giallorossi. VIDEO!
Vocegiallorossa.it
© foto di Daniele Buffa/Image Sport

La paura, prima. All'improvviso un lampo. La Roma è sotto 0-1 contro i marziani del Barcellona guidati dal trio Messi-Suarez-Neymar, minuto 31 del primo tempo, Alessandro Florenzi recupera palla sulla corsia di destra, supera il centrocampo, alza per un attimo la testa e vedendo Dzeko marcato tenta di pescare dal mazzo il jolly che solo un campione può azzardare, in un mix di talento e follia che sfida la sorte, la quale però ha sempre un occhio di riguardo per gli audaci. Dalla Sud la percezione di questa meraviglia balistica è inizialmente confusa, il numero 24 sembra aver sbagliato l'appoggio per l'attaccante bosniaco, ma in una frazione di secondo la sfera bacia il palo e gonfia la rete, il calciatore giallorosso si copre il volto con le mani, incredulo, e con lui la quasi totalità del tifo capitolino, che si stringe in un unico abbraccio, mettendo per un attimo da parte contestazioni e scioperi, non credendo ai propri occhi; "L'ha fatto Ale?", "Ma ha tirato da centrocampo?", "No no impossibile, non ci credo", il brusio dei tifosi, testimoni di un gol che resterà impresso nella memoria degli appassionati di questo sport.

Una chicca, per l'appunto, all'interno di una serata sulla carta di gala, sia per i 70000 tifosi presenti allo Stadio Olimpico, sia per l'avversario di caratura mondiale, che però resta incompiuta a causa del debutto della vetrata in Curva Sud a frazionare in due blocchi separati il settore, togliendo compattezza al cuore pulsante del tifo romanista.

Il silenzio, così come successo in Roma-Juventus, è la forma di protesta utilizzata dai gruppi organizzati giallorossi contro la decisione del prefetto Gabrielli di erigere questo muro, vera e propria metafora della situazione venutasi a creare tra tifosi e istituzioni, un muro che priva il calcio di uno spettacolo unico nel suo genere, un muro che danneggia la stessa squadra romanista, alla quale è stato tolto l'appoggio del dodicesimo uomo in campo.