L'utilità del 4-2-4

27.02.2018 17:06 di  Simone Ducci  Twitter:    vedi letture
Fonte: Redazione Vocegiallorossa - Simone Ducci
L'utilità del 4-2-4
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© foto di Antonello Sammarco/Image Sport

“Il 4-2-4? Si lega al fatto che abbiamo smesso di trovare le triangolazioni, ma credo che qualsiasi cosa avessi fatto non sarebbe finita diversamente. (…) Il 4-2-4 ha permesso loro maggiori ripartenze sugli esterni”, queste sono state le dichiarazioni post Roma-Milan di Eusebio Di Francesco, partita vinta dai rossoneri per 0-2. L’utilizzo dei 4 attaccanti è il rimedio, infatti, che l’allenatore abruzzese è solito utilizzare per cercare di recuperare uno svantaggio. Il problema, però, è che questa soluzione non ha quasi mai portato alcun beneficio.
Il passaggio a questo modulo d’emergenza, infatti, ha ripagato l’ex Sassuolo solamente nella gara dell’11 febbraio scorso contro il Benevento: in quel frangente, infatti, dopo aver raggiunto sull’1-1 dalla compagine campana, Di Francesco fece uscire El Shaarawy e inserì Defrel, posizionandolo vicino a Dzeko nella parte centrale dell’attacco, con Ünder e Perotti rispettivamente a sinistra e a destra. In quella circostanza il cambio di modulo rese più sciolta la manovra giallorossa e creò i presupposti per il cross di Ünder, che permise a Dzeko di portarsi sul momentaneo 2-1 (il match alla fine terminò 5-2).

Nelle restanti occasioni l’utilizzo di un modulo così spiccatamente offensivo non ha portato ai risultati sperati. In Champions League, ad esempio, nella gara di ritorno del girone contro l’Atletico Madrid all’Olimpico, persa per 0-1, l’aumento del numero degli attaccanti non comportò alcuno stravolgimento effettivo sulla partita, con i giallorossi incapaci di cambiare i propri ritmi di gioco. In Coppa Italia, invece, il 4-2-4 fu utilizzato, forse, troppo tardivamente: sotto di 2 gol, infatti, i giallorossi riuscirono ad aumentare l’intensità del pressing proprio grazie all’inserimento di Edin Dzeko, che rilevò Strootman e si posizionò di fianco a Schick. L’ingresso del bosniaco aprì, infatti, la strada sia al calcio di rigore per i padroni di casa (fallito proprio dal numero 9) sia al gol del definitivo 1-2 del giovane attaccante ceco ex Sampdoria. Infine, in campionato l’utilizzo del modulo di riserva è stato sempre sinonimo di delusione: contro il Sassuolo all’Olimpico, ad esempio, l’assetto tattico in questione non ha impedito di ribaltare l’1-1 subìto in rimonta; anche nelle sfide contro Milan, Sampdoria e Atalanta, il cambio di posizionamento non ha portato ai risultati sperati. L’unico episodio, infine, che ha lasciato molto amaro in bocca ai giallorossi è stato sicuramente quello relativo alla sfida dello Stadium contro la Juventus, lo scorso 23 dicembre: in quel frangente, infatti, il 4-2-4 permise ai capitolini di alzare il proprio baricentro e di arrivare vicinissimi al pareggio con Schick, che nel finale si divorò una clamorosa occasione per siglare il pareggio nell’uno contro uno con l’estremo difensore bianconero Szczesny.

In definitiva, dunque, se da un lato una parte della colpa degli scarsi risultati ottenuti ultimamente dalla squadra può essere rinvenuta nell’involuzione mentale dei calciatori, dall’altro l’utilizzo del 4-2-4, dati alla mano, non può essere considerata una soluzione per ovviare a questo problema.  

Prossima partita: Napoli-Roma (sabato 3 marzo ore 20.45)
Probabile formazione (4-3-3): Alisson; Florenzi, Manolas, Fazio, Kolarov; Nainggolan, De Rossi, Strootman; Ünder, Dzeko, Perotti.
Ballottaggi: Florenzi/Peres, Fazio/Jesus, Nainggolan/Pellegrini, Dzeko/Schick, Perotti/El Shaarawy.
In dubbio: -
Diffidati: Fazio, De Rossi, Dzeko
Squalificati: -
Indisponibili: Karsdorp (rottura del legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro), Luca Pellegrini (frattura della rotula sinistra), Gonalons (problema muscolare al gemello), Silva (recupero da lesione del legamento collaterale del ginocchio destro).