Fonseca all'esame Conte: così diversi, così simili
La mano di Paulo Fonseca si vede eccome. Non si vede quello che il luogo comune ha cercato di raccontare nel precampionato romanista, quando sembrava che il portoghese fosse una via di mezzo fra Zeman e Luis Enrique (quello visto nella Capitale). Il tecnico portoghese ha dimostrato di sapersi adattare al calcio italiano, studiando e imparando sulla sua pelle le difficoltà di un campionato, sicuramente non effervescente come altri in Europa, ma certamente molto molto tattico, che vede lo “straniero” che vuole imporre gioco e idee molto spesso come un marziano. Il mister giallorosso ha saputo legare il lavoro proficuo, la disciplina, l’impegno rigoroso, la serietà nei proponimenti, l’attenzione ai bisogni e ai problemi della rosa a una cultura calcistica intelligente e sconfinata e non si è legato alle mere questioni ideologiche come molti pensavano, adattandosi quando ha dovuto alle caratteristiche dell’avversario, un po’ “alla Conte”. Proprio venerdì a San Siro la Roma se la vedrà con l’Inter di Antonio Conte. Quel Conte del quale l’ambiente romano ha potuto solo lontanamente assaporare la fragranza nell’estate scorsa: l’allenatore di polso, che tira fuori il meglio da ogni giocatore fino a spremerne l’ultimo granello di energia, come un generale di trincea per il quale durante le guerre di inizio ‘900 si poteva correre all’assalto verso le barricate nemiche. Quel Conte amico di Petrachi, il DS giallorosso, che ha voluto fortemente Paulo Fonseca, il quale lo sta ripagando con una disciplina forse più mascherata rispetto al collega salentino, ma comunque ben visibile e non pacatissima, come dimostra il post partita contro i Brescia dove, parlando dell’intervallo, il mister romanista ha ammesso che per spronare i giocatori “a volte è necessario alzare la voce”. Discorso tendenzialmente normalissimo per un allenatore, ma dal sapore molto contiano.
La differenza nei numeri fra l’altro sconvolge un po’ quello che poteva essere il paragone iniziale fra i due: al di là dei punti in classifica, la Roma dell’ ”offensivista” Fonseca ha segnato meno gol dell’Inter di Conte (26 contro 31, grazie anche alla buona lena di Lukaku e Lautaro) e ne ha subiti pochi di più (13 contro 15). Il dato del possesso palla, marchio di fabbrica del tecnico portoghese, vede invece la supremazia dell’Inter di Conte: 27’ di possesso palla medio per i giallorossi contro i 28’54” per i nerazzurri (51,8% contro 53,9%). Assoluta parità per tiri effettuati (161) e quasi stesso dato per falli commessi (213 per la Roma contro i 216 per l’Inter). Dalle statistiche WhoScored e Lega Serie A emerge come Fonseca abbia lavorato su di sé e sul suo modo di intendere il calcio, almeno in Italia.
Sono nove i punti che a oggi separano Roma e Inter in classifica, e solo il proseguo del campionato dirà se e quanto sono reali. Il tecnico di Nampula ha saputo in questi mesi fare fronte a problemi come infortuni e difficoltà di adattamento, ma ne è uscito a testa alta lavorando e studiando, senza cercare alibi o scusanti se i risultati non arrivavano. Fonseca, come diceva Antonio Gramsci parlando di Carl Marx, è “stimolatore delle pigrizie mentali, è il risvegliatore delle energie buone che dormicchiano e devono destarsi per la buona battaglia. È un esempio di lavoro intenso e tenace per raggiungere la chiara onestà delle idee”. L’esame di venerdì a Milano potrà spostare qualcosa in classifica, sia in vetta che nella zona Champions, ma una cosa è certa: la Roma può, con umiltà e sicurezza nei propri mezzi, impensierire un’Inter che, senza splendere, ha la consapevolezza di poter vincere contro chiunque, anche con una certa sicumera. I giallorossi da parte loro hanno la certezza di avere qualità nei singoli e soprattutto nel gruppo, guidato dalla determinazione (parola di Kolarov) di mister Paulo Fonseca.
Prossima partita: Inter-Roma, venerdì 6 dicembre 2019, ore 20:45
Probabile formazione (4-2-3-1): Pau Lopez; Spinazzola, Smalling, Mancini, Kolarov; Diawara, Veretout; Perotti, Pellegrini, Zaniolo; Dzeko.
Ballottaggi: Spinazzola/Florenzi, Spinazzola/Santon, Perotti/Mkhitaryan, Dzeko/Kalinic.
In dubbio: Kluivert (edema flessore coscia destra). Dzeko (sindrome influenzale).
Indisponibili: Zappacosta (rottura del legamento crociato anteriore del ginocchio destro), Cristante (distacco del tendine dell'adduttore destro), Pastore (edema anca).
Squalificati: -
Diffidati: Mancini, Pellegrini.