Da fattore a tabù, l'Olimpico il termometro della stagione romanista
«Un penny per i tuoi pensieri», diceva Jeanne Moreau nel film Querelle. C’è chi pagherebbe molto di più per sapere cosa passi per la testa, in questo momento particolare, ai calciatori della Roma e al mister Rudi Garcia. Nel post Roma-Parma, ma è un po’ il leitmotiv di una parte di stagione, la domanda: "Cosa succede alla Roma?" È ormai inflazionata. Le risposte sono diverse, ma simili: “Non riusciamo a incutere lo stesso timore di prima”, “Manca un po' di cattiveria e la voglia di fare gol”, “È venuto meno il mutuo soccorso” e così via. Quando si parla di calcio le risposte vanno date sul campo e dal campo arrivano le risposte più esaustive che dimostrano un’involuzione preoccupante, soprattutto all’Olimpico, della Roma. Analizzando le 17 gare disputate dai giallorossi in casa possiamo notare una netta differenza tra la prima parte di stagione e quella attuale. L’Olimpico è stato un fattore fino al 30 novembre 2014, quando una doppietta di Pjanic sbloccò la gara contro l’Inter ferma sul 2-2: 9 gare (Roma-Fiorentina 2-0; Roma-CSKA Mosca 5-1; Roma-Cagliari 2-0; Roma-Verona 2-0; Roma-Chievo Verona 3-0; Roma-Bayern Monaco 1-7; Roma-Cesena 2-0; Roma-Torino 3-0; Roma-Inter 4-2), 8 vittorie e 1 sconfitta con 24 gol segnati e 10 subiti (7 nella sola gara contro il Bayern). Numeri da grandissima squadra. Poi qualcosa si è interrotto, “il granello di sabbia ha cominciato a inceppare l’ingranaggio” e l’Olimpico è diventato piano piano tabù: 8 gare (Roma-Sassuolo 2-2; Roma-City 0-2; Roma-Milan 0-0; Roma-Lazio 2-2; Roma-Empoli 1-1 (2-1 d.t.s.); Roma-Empoli 1-1; Roma-Fiorentina 0-2; Roma-Parma 0-0), 0 le vittorie nei 90’, 6 pareggi, 2 sconfitte con soli 7 gol segnati e 10 gol subiti. Soltanto una volta i giallorossi sono passati in vantaggio, riuscendo nell’impresa negativa di lasciare inviolata la porta del Milan e del Parma, squadre che hanno preso sempre gol in trasferta. Il fatto che le uniche vittorie del 2015 siano arrivate lontano da casa, dove sono maggiori le aspettative e di conseguenza la pressione nei giocatori, fa capire quanto il fattore psicologico sia alla base dei problemi giallorossi. Ad aumentare questa pressione i fischi, meritati per la seconda gara consecutiva, di una tifoseria sempre pronta a sostenere la squadra durante il match. Fischi che sicuramente giovedì prossimo si tramuteranno in applausi al momento dell’entrata in campo della Roma, quando alle ore 19:00 affronterà nei sedicesimi di Europa League, il Feyenoord. L’ennesima occasione, una delle ultime, per invertire il trend negativo.