Aspettando il Turbo
“Per ora sono stato un po’ una pippa. Però non è facile quando si sta più dal fisioterapista che in campo ad allenarsi”. Non usa né metafore né giri di parole Juan Manuel Iturbe, che a Roma Radio qualche giorno fa ha umilmente ammesso di aver ancora molto da imparare. Dopo 33 partite (di cui 29 giocate dal primo minuto) e 8 gol realizzati, nella scorsa sessione di mercato il giocatore lascia Verona per approdare a Roma in uno degli intrighi più gustosi di tutta l'estate pallonara italiana. Sabatini lo soffia alla Juventus proprio al fotofinish, quando ormai il giocatore sembrava destinato a giocare con Tevez e compagni. Arriva a Roma accolto da un incredibile entusiasmo anche perché i giallorossi per averlo spendono 22 milioni più ingenti commissioni. Si mormora di una cifra attorno ai 30 milioni, una delle più alte pagate dalla Roma in tutta la sua storia. Le aspettative sono quindi altissime: il calciatore ha finora disputato 5 partite in campionato (anche per colpa di qualche guaio muscolare), segnando uno dei due gol di Torino contro la Juventus. In Champions invece ha giocato sempre, anche solo qualche spezzone di partita, disputando 208 minuti e segnando nell'esordio giallorosso europeo contro il Cska Mosca. Non moltissimo per un calciatore lungamente inseguito per diversi mesi dalla Roma.
Niente paura, però. Le qualità ci sono e le abbiamo intraviste già in questa prima parte di stagione. La voglia c'è e la vediamo ogni volta che il calciatore scende in campo. Dà tutto in campo e nulla gli si può dire in merito all'attaccamento alla maglia e al sacrificio. Il resto lo farà il tempo e l'esperienza che accumulerà allenandosi con gente del calibro di Francesco Totti. Lui stesso sa di dover migliorare ancora molto e questo è l'atteggiamento che Garcia, ma in generale ogni allenatore, chiede ai propri giocatori. Disponibilità al sacrificio, umiltà e, se possibile, anche buone qualità tecniche. Iturbe abbonda in tutto e non c'è motivo per cui non dovrebbe far vedere tutte le sue qualità nella Capitale. Basta aspettare e avere un minimo di pazienza per una partenza, quella del paraguaiano naturalizzato argentino, un po' diesel. Aspettando il Turbo.