Adem Ljajic, dal viola al giallorosso per far dimenticare Lamela

28.08.2013 17:30 di Gabriele Chiocchio  Twitter:    vedi letture
Adem Ljajic, dal viola al giallorosso per far dimenticare Lamela
Vocegiallorossa.it
© foto di Federico De Luca

Manca ancora l'ufficialità, ma l'uomo che dovrà far dimenticare Erik Lamela - o quantomeno alleviare il dolore della sua cessione - ai tifosi giallorossi è Adem Ljajic, attaccante serbo classe 1991 in arrivo dalla Fiorentina, costato alla Roma circa 10 milioni di euro più bonus.

La carriera da professionista di Ljajic inizia nel 2008 nel Partizan Belgrado, con la prima presenza in una gara ufficiale a Baku, contro l'Inter "locale", nell'andata del secondo turno preliminare di Champions League. Nel 2008/2009 Ljajic colleziona complessivamente 28 presenze tra campionato e coppe a soli 17 anni, segnando nella Superliga serba 5 gol. Le buone prestazioni confermate nella prima parte della stagione successiva (14 presenze e 4 gol in campionato, 7 apparizioni e due reti in Europa League, playoff compreso) portano ad un forte interesse da parte della Fiorentina, che a gennaio 2010 lo preleva per 6,5 milioni di euro.

Nello scorcio del 2009/2010 giocato in maglia viola, Cesare Prandelli concede al serbo appena 9 presenze, di cui solamente 3 da titolare, in campionato e un subentro in Coppa Italia, prima di lasciare la panchina viola su cui siede nella stagione successiva Sinisa Mihajlovic, che si dimostra molto fiducioso sulle capacità di Ljajic mettendolo in campo complessivamente 28 volte nella stagione 2010/2011 conclusa con 3 gol segnati, il primo dei quali alla Lazio su calcio di rigore, e l'esordio in Nazionale maggiore sotto la guida del CT Petrovic, che lo manda in campo a marzo nella sfida di qualificazione a Euro 2012 contro l'Irlanda del Nord. Ciononostante, Ljajic si fa notare per alcuni atteggiamenti non esattamente professionali sottolineati da Mihajlovic: "Deve tagliarsi i capelli, mangiare meno cioccolata e non vivere attaccato al computer. La cioccolata lo fa ingrassare, il computer lo addormenta e i capelli lunghi lo obbligano a spostarsi sempre il ciuffo dagli occhi. Ho chiesto aiuto al padre. Non posso portarlo a casa mia, ho già tanti figli". 

La stagione 2011/2012 non è altrettanto fortunata: 18 presenze complessive e un gol tra Serie A e Coppa Italia, con l'esonero a novembre di Mihajlovic e l'arrivo di Delio Rossi, che lo aggredisce fisicamente il 2 maggio 2012 dopo essersi sentito dire qualcosa di troppo. Risultato: tecnico esonerato e Ljajic fuori squadra fino a fine stagione. Non va meglio in nazionale di cui nel frattempo Mihajlovic è diventato CT: Ljajic non canta l'inno nazionale prima di una gara amichevole con la Spagna e il suo ex allenatore in viola decide di escluderlo dalle successive convocazioni.

La svolta della carriera di Ljajic è rappresentata dall'arrivo in panchina di Vincenzo Montella che, non potendo disporre di un centravanti di alto livello, decide di forgiare prima un 3-5-2 affiancando il serbo a Jovetic, poi un 4-3-3 in cui il numero 22 (scelto in omaggio a Kakà) parte da uno dei due lati. I risultati sono immediati: 31 presenze e 12 gol tra campionato e Coppa Italia e un rendimento progressivamente in crescendo, che gli valgono un forte interessamento da parte del Milan, che voleva approfittare della scadenza del contratto a giugno dell'anno prossimo per prendere il giocatore a condizioni favorevoli ma che si è visto beffare dal blitz di Walter Sabatini.

Ljajic è un attaccante molto rapido nel breve ed estremamente tecnico nello stretto, ma anche capace di farsi trovare nella giusta posizione per concludere azioni collettive a mo' di centravanti. Il suo ventaglio di giocate è piuttosto ampio e va dal dribbling nello stretto, anche a ridosso delle linee perimetrali del campo e dentro l'area di rigore, al tiro da fuori - come quelli vincenti contro Lazio e Inter nella scorsa stagione - passando per il calcio di punizione a giro, con cui è andato a segno contro il Torino nella scorsa stagione. Tatticamente può ricoprire - pur con funzioni diverse - tutte le posizioni dell'attacco a tre di Rudi Garcia, che avrà il compito di gestire il giocatore sia in campo - dove non di rado si prende pause che lo portano a volte a risultare un po' evanescente - che fuori e dovrà lavorare su di lui soprattutto per quanto riguarda i movimenti senza palla, che non sempre compie in modo efficace e che sono elemento fondamentale del tecnico ex-Lille.