Spagna, stop al regime fiscale agevolato per i calciatori stranieri
La Spagna non è più il paradiso fiscale dei calciatori. Dal 1° gennaio, infatti, sono finiti i benefici della “legge Beckham” introdotta dall'ex primo ministro, Aznar. Va definitivamente in soffitta, quindi, la normativa che dal 2005, nel paese iberico, ha permesso una tassazione molto favorevole per tutti i lavoratori stranieri, calciatori inclusi, con reddito superiore ai 600 mila euro all’anno. Innegabili gli effetti positivi della “Ley Beckham” sulla Liga.
Negli ultimi anni, infatti, la Spagna è stata un via vai continuo di grandi calciatori come Robinho, Robben, Pepe, Sneijder, Huntelaar, Cristiano Ronaldo, Kakà, Benzema, ma anche Henry, Dani Alves e Ibrahimovic, solo per fare qualche esempio. Solo Barcellona e Real Madrid, sfruttando il regime fiscale indiscutibilmente favorevole, hanno portato nei rispettivi club i migliori top players del mondo sbaragliando la concorrenza delle altre “big” europee. Con la sua abrogazione, la tassazione sugli stipendi dei calciatori stranieri che giocano in Spagna sarà finalmente in linea con il resto dell'Europa.