Roma Radio, Beccalossi: "La Roma è fuori dalla portata dell'Inter, ma di certo nel calcio non c'è niente..."

28.11.2014 12:28 di  Gabriele Chiocchio  Twitter:    vedi letture
Fonte: Roma Radio
Roma Radio, Beccalossi: "La Roma è fuori dalla portata dell'Inter, ma di certo nel calcio non c'è niente..."
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© foto di Federico De Luca

Evaristo Beccalossi, interista dal 1978 al 1984, è intervenuto ai microfoni di Roma Radio.

Che Inter affronta la Roma?
“Un’Inter diversa rispetto ad anni fa. La Roma può vincere il campionato, l’Inter deve ripartire. Credo che sia in buone mani, ma la squadra deve migliorare, bisogna metterla in condizioni per rendere e fare delle scelte. La Roma è fuori dalla nostra portata, ma nel calcio di certo non c’è niente”.

Mazzarri e Mancini allenatori diversi…
“Credo di sì, Mancini conosce tutte, Mazzarri c’ha messo del suo ma non è riuscito a fare quello che aveva in testa. C’erano parecchie difficoltà. Ora c’è da dare un’identità alla squadra, con Mancini siamo in buone mani”.

Su Inter-Dnipro.
“È stato bello vincere in dieci contro undici, dopo un anno e mezzo si cambia assetto tattico, bisogna recuperare giocatori. Data un’identità unanime si cercherà di costruire, ma senza perdere la testa. Una gara come quella di ieri ti deve far lavorare meglio e migliorare”.

Punti di forza e punti deboli dell’Inter?
“In dieci giorni è difficile cambiare l’identità di una squadra, ora bisogna cercare di portare i giocatori in una certa condizione e lavorare per farli conoscere meglio. Giocare a tre o a quattro è diverso, non si cambia in una settimana”.

Si può ripartire dalle individualità?
“Kovacic è bravo, però adesso con Mancini dovrà giocare negli ultimi 20 metri, cercare il gol, fornire assist. Altri giocatori bisogna metterli in condizione di poter rendere al meglio, Hernanes è in ritardo. Bisogna recuperare giocatori con potenziale, ma che non sono al meglio”.

Qual è l’aspetto che più ti preoccupa?
“Ero già preparato prima, ora bisogna essere bravi a fare squadre competitive senza spendere molto. Si dà un’identità, va fatto con serenità. Se dicessi che siamo all’altezza di Roma, Juventus e Napoli mi prendereste per pazzo”.

Che idea ha della Roma?
“È in grado di poter lottare con la Juventus, è pronta per vincere il campionato. Ho in mente quando è arrivato Garcia, c’era contestazione a tutto. Ha lavorato e ha portato la Roma a quei livelli lì. L’unica cosa che mi permetto di dire, è che dovrebbe viverla con meno pressione. Quando sei forte, all’esterno arrivano tutte le voci per metterti in difficoltà. Bisogna lasciar fuori le pressioni, è una squadra di alto livello”.

È ancora il presidente del Lecco?
“Si diventa vecchi (ride, ndr). Mi piace fare l’allenatore solo la domenica, ho un amico che ha preso il Lecco, stiamo facendo le cose insieme, ora siamo terzi. Mi piace, fondamentalmente sono un uomo di sport, è bello perché porti esperienza”.

Quante cose si scoprono da presidente?
“Hai un rapporto diverso con giocatori, dirigenti e allenatore. Devo sempre fargli capire che non mi interessa fare l’allenatore, bisogna avere l’equilibrio giusto. Intanto lo dico e li metto nelle migliori condizioni per ottenere un risultato. Al di là del gesto tecnico, mi piace molto lavorare a livello psicologico, credo di saper fare un buon lavoro, se fossero tutti perfetti non giocherebbero in certe categorie”.

Il calcio di qualche anno fa era meglio?
“Ringrazio di aver potuto giocare negli anni ‘80, ora vanno tutti a tremila all’ora, si giocano tre partite alla settimana. Chi arriva a certi livelli deve essere veramente bravo”.