Preziosi: "A Gasperini direi di non andare alla Roma"

Enrico Preziosi, ex presidente e proprietario del Genoa dal 2003 al 2021, è intervenuto in esclusiva ai microfoni di Tele Radio Stereo 92.7 per commentare il possibile approdo di Gian Piero Gasperini sulla panchina della Roma. Ecco le sue parole:
Ha avuto modo di parlare con Gasperini?
"No, oggi no. Ma lo farò, assolutamente. È sbagliato dire che non è un allenatore pronto per Roma. Ci sono situazioni che bisogna analizzare in profondità. Gasperini è un grande allenatore. Ovviamente poi deve trovare un tessuto organizzativo e societario in grado di farlo lavorare tranquillamente. Gasperini oggi ha portato l'Atalanta in Champions, diverse volte: è un risultato incredibile. Credo che Gasperini sia pronto per qualsiasi grandissima squadra".
Roma può essere una piazza adatta a lui?
"Non credo che a Roma sia difficile fare calcio. Non è una piazza semplice, certo, soprattutto dopo questi anni difficili. Un allenatore bravo, oltre a Ranieri che ha fatto una cosa per amore della Roma, non l'ho ancora visto nella Capitale negli ultimi anni".
Gasperini è un vincente?
"All'Atalanta portare un trofeo è un miracolo, come a Bologna. A Roma, invece, bisogna vincere. Credo che la Roma abbia bisogno di un percorso di crescita, non si può pensare che in tre mesi si arrivi a vincere. C'è bisogno di un percorso che consenta a Gasperini di costruire il suo tipo di gioco, e credetemi che Gasperini è uno dei migliori in Italia sotto questo punto di vista. Con lui dei ragazzini sono diventati grandissimi giocatori, ha la capacità di intuire le qualità di un giocatore della Primavera e lanciarlo. Negli ultimi anni la Roma non ha avuto un allenatore, tranne Ranieri. Mourinho? Lo conosco benissimo, ma credo che abbia un curriculum troppo importante. Ci vuole qualcuno come Gasperini, con le sua capacità e la sua idea di gioco".
In che cosa è differente Gasperini da altri allenatori?
"Ama il gioco, il bel gioco. Fa segnare attraverso il gioco, il pressing asfissiante. Questa è la sua mentalità, la ha dentro come persona. Poi non ha paura di niente. Per lui sono importanti le pedine, non i nomi che schiera. Ha fatto esordire El Shaarawy a 15 anni e mezzo, Mandragora ha stoppato Pogba contro la Juve a neanche 16 anni. Ha un tipo di gioco che non hanno altri allenatori più metodici e razionali, in questo si differenzia: per la capacità di esprimere il gioco. È un piacere vedere giocare una squadra di Gasperini".
I lati invece negativi?
"Siamo stati 9 anni insieme. I momenti di scontro sono quasi normali, siamo persone che non se le mandano a dire. Ma c'è anche molto rispetto. All'Inter Gasperini l'ho sponsorizzato io con Moratti: gli ho detto che era uno dei più grandi allenatori. Quando è arrivato là, però, il nucleo di anziani gli ha fatto la guerra. Gasperini deve interpretare il suo gioco liberamente. In una grande società ci possono essere queste negatività, gruppi di giocatori che boicottano o sono condizionati da un certo tipo di mentalità: questo potrebbe essere un danno per la Roma. Per questo gli direi di non andare alla Roma".
Con i campioni si relaziona difficilmente?
"Di campioni lui ne ha venduti parecchi. L'Atalanta fino a quando non è arrivato Gasperini lottava per la salvezza, questa è la verità. Tra Europa League e campionato, con le qualificazioni in Champions, ha creato tanto. Non ci riesce la Juve, il Napoli l'anno scorso o la Roma, figurarsi una società provinciale come l'Atalanta. A volte vincere vuol dire anche avere la possibilità di essere in linea con altre società di un certo tipo. C'è anche una questione economica. Partiamo tutti dallo stesso nastro, ma in realtà le grandi squadre hanno un bacino di utenza importante mentre le altre hanno altri handicap: sponsor, diritti tv. Vincere a Bergamo nonostante le difficoltà di una squadra provinciale, portarla in Champions o in Europa ogni anno, è un grande lavoro".
Le piace il nuovo ruolo di Senior Advisor di Ranieri?
"Queste cose sono lontane dal mio modo di pensare il calcio. Le società sono fatte da un allenatore, da un direttore sportivo. Altri ruoli possono sicuramente andare in conflitto. Non so se sia un fatto di gratitudine, che Ranieri si merita. Ma che cosa farebbe? Mette in discussione le scelte di altri ruoli? Potrebbe essere seccante. Sicuramente nella mia società non andrei a mettere ruoli abbastanza ibridi come questo".
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