Moscardelli: "Sarò sempre un tifoso romanista"

17.10.2014 20:21 di  Gabriele Chiocchio  Twitter:    vedi letture
Fonte: AS Roma Match Program - Tiziano Riccardi
Moscardelli: "Sarò sempre un tifoso romanista"
Vocegiallorossa.it
© foto di Sarah Furnari/TuttoLegaPro.com

A 34 anni suonati è tornato a vestire il giallorosso dopo gli esordi con il Guidonia nel 2001-2002 (altra squadra con quei colori sociali), ma non è il giallorosso della Roma che ha sempre dichiarato di amare, quel sogno forse non riuscirà più a coronarlo. Il giallorosso in questione è quello del Lecce, oggi in Lega Pro: “Non ci avevo pensato a questo fatto, me lo hanno fatto notare alcuni amici su Twitter pochi giorni dopo il trasferimento. Lecce mi ha accolto molto bene e non mi lamento affatto della scelta che ho fatto. È un bell’ambiente e stiamo lavorando per tornare in alto…”, dice ora che è riuscito pure a ritrovare il gol con una certa frequenza. La squadra che per prima gli ha permesso di giocare in Serie A, però, è il ChievoVerona dove ha giocato dal 2010 al 2013. E da qui cominciano i ricordi…

Moscardelli, segnò alla Roma con la maglia gialloblù. Se lo ricorda?
“Eccome… Era il dicembre 2010, realizzai il momentaneo 1-2 prima del pareggio di Granoche del 2-2. Un tiro dalla distanza che Julio Sergio non trattenne. In quel momento non mi venne di esultare, provai sensazioni contrastanti”.

Legate alla sua fede calcistica?
“No, diciamo che fu un gol interlocutorio e non gli diedi particolare importanza. Di quella partita ricordo pure un altro episodio…”.

Quale?
“Prima dell’inizio andai a fare il sopralluogo del terreno di gioco con alcuni miei compagni e incrociai De Rossi. Devo dire, all’inizio mi fece un certo effetto. Ero anche un po’ intimidito, a dire la verità. Poi fu lui a venire da me e a parlare delle condizioni del campo che quel giorno erano veramente precarie e condizionarono l’andamento della sfida”.

Con De Rossi si abbracciò affettuosamente anche dopo Roma-Bologna 5-0 dello scorso campionato.
“Sì, da quel giorno a Verona abbiamo sempre avuto questo rapporto di stima reciproca. Spesso gli ho anche chiesto la maglia e lui me l’ha data. Mi piacerebbe, magari, frequentarlo anche fuori dal campo e scambiarci due chiacchiere non necessariamente legate al calcio”.

E di Totti che continua a fare la differenza a 38, che si può dire?
“E che si può dire? Ormai ogni aggettivo per il capitano (testuale, ndr) è banale. È un modello da seguire, soprattutto per chi, come me, è nell’ultima fase della carriera. Un giocatore incredibile. Lui e Daniele sono dei simboli autentici”.

In una sfida del gennaio 2012 fallì un gol all’Olimpico sul risultato di 1-0 per la Roma e Di Carlo – tecnico del Chievo di allora – si lasciò andare ad una battuta nei suoi confronti…
“Vero, fece un’allusione che fu catturata dalle telecamere durante la partita. Non ricordo esattamente cosa disse, non volli mai andare a rivederla, ma non mi fece piacere perché ho sempre dimostrato serietà e professionalità nella mia carriera. Era la Roma di Luis Enrique che vinse con una doppietta dello stesso Totti, che esultò con la maglia Scusate il ritardo”.

È preparatissimo sulla Roma. Della realtà del Chievo, invece, che ci può raccontare?
“Una società di provincia, ma con idee chiare. Valorizza i giovani e riesce a mantenere la categoria con una certa continuità. Avevano un direttore sportivo molto valido come Sartori, ma sono sicuro che continueranno sulla stessa strada anche se ora non c’è più”.

Una previsione per il match di sabato pomeriggio?
“Beh, sarà molto dura per il Chievo. È vero che nel calcio non si può mai dire di aver vinto prima di giocare una partita, ma la Roma ha dimostrato di essere molto forte, soprattutto nel confronto con la Juventus”.

A proposito, vuole tornare sull’argomento?
“Ci sono state tante, troppe, polemiche anche se tutti hanno visto quello che è successo… Gli errori dell’arbitro in una direzione sono stati evidenti. Ora bisogna guardare avanti con positività perché la squadra di Garcia può togliersi belle soddisfazioni in questa stagione”.

Forza Roma, allora.
“Certo. Io tiferò sempre e comunque per questi colori”. Il giallo e il rosso, quelli della Roma.