Marino: "Scudetto al Napoli? Si può. Devo tutto a Viola"

24.01.2011 15:47 di Francesco Gorzio   vedi letture
Fonte: Radio Manà Manà
Marino: "Scudetto al Napoli? Si può. Devo tutto a Viola"
Vocegiallorossa.it
© foto di Vincenzo Balzano

"Lo scudetto al Napoli? Può succedere di tutto, soprattutto quest'anno". L'ex direttore sportivo del Napoli, Pierpaolo Marino, è ottimista per il futuro della squadra azzurra, seconda alle spalle del Milan capolista. E non escude colpi di scena al vertice della classifica: " La quota scudetto di questo campionato - spiega Marino, intervenuto a Radio Manà Manà, all'interno della trasmissione "Buongiorno calcio" - è bassa e il Napoli si può tranquillamente inserire in questa lotta, ma non so chi alla fine la spunterà".

A proposito del suo addio al club di De Laurentiis, tiene a precisare che "il divorzio non è stato consensuale. Me ne sono andato - racconta - quando presi atto che il presidente era troppo presente nel mio ambito e per questo non riuscivo a fare al meglio il mio lavoro. Non avevo autonomia, per questo ho dato le dimissioni. Dimissioni che il presidente conservò, facendo in modo che fossero una scelta condivisa, in realtà non era così". E ancora: "Io ho preso il Napoli in B - continua -, ho contribuito a farlo rinascere e a portarlo a buoni livelli in serie A. De Laurentiis vedeva il calcio come il cinema, col tempo gli abbiamo fatto capire che sono due cose diverse". Il futuro di Marino per ora è incerto, ma il passato è pieno di ricordi. Il più bello lo dedica a Dino Viola, indimenticato presidente della Roma: "Viola fu per me un grande maestro. Quando venni a Roma non avevo ancora il carattere da dirigente. Lui mi ha forgiò e mi ha fece crescere sotto tutti i punti di vista. I due anni con lui furono fondamentali per farmi diventare il dirigente che sono oggi".

Altra esperienza, a Pescara con Galeone, Allegri e Borgonovo: "Allegri e Borgonovo erano due calciatori molto forti - dice -. Massimiliano aveva il carisma dell'allenatore. Tra il primo e il secondo tempo parlava spesso con Galeone e gli diceva la sua su come schierare la squadra. Da questo particolare capii che avrebbe fatto l'allenatore e che lo avrebbe fatto bene".