Lluch, Onda Cero: "A Valencia Keita era il leader"

06.06.2014 11:05 di  Gabriele Chiocchio  Twitter:    vedi letture
Fonte: gianlucadimarzio.com
Lluch, Onda Cero: "A Valencia Keita era il leader"
© foto di Vocegiallorossa.it

Ai microfoni di gianlucadimarzio.com, Victor Lluch, giornalista di Onda Cero molto vicino alle vicende del Valencia, ha parlato di Seydou Keita, nuovo acquisto della Roma che ha militato con i pipistrelli nella seconda parte della stagione appena conclusa: «Al suo arrivo, eravamo tutti un po’ dubbiosi sul suo stato di forma e sulla sua utilità. Sai, in Cina non c’è lo stesso ritmo. Ha dimostrato di poter giocare ancora ad alti livelli, nel calcio europeo. Per il Valencia stato un giocatore importantissimo, nonostante sia rimasto solo 4 mesi. Pensa, al termine della stagione i tifosi cantavano ripetutamente “Keita quedate, Keita quedate (resta)”. Entrare nel cuore della gente in così poco tempo ti fa capire molte dinamiche. Keita era l’esempio numero uno per tutti i giovani La caratteristica più marcata? La sua personalità. Era il leader del gruppo. Ricordo ancora quell’episodio prima della semifinale d’andata di Europa League contro il Siviglia. Pizzi riunisce tutta la rosa in mezzo al campo e decide di far parlare i veterani, quelli più esperti. Keita ha preso la parola, con carisma. “Siete ancora giovani, ma potrebbe non capitarvi mai più” diceva il maliano.

“E’ la partita più importante della vostra vita”. E quando c’era da dimostrare, Keita non si è mai tirato indietro. Centrocampista difensivo molto duttile, il ragazzo ha giocato spesso in coppia con Parejo. Insieme, Dani rendeva di più. Perché libero da quel lavoro sporco tanto ben curato dall’ex Barcellona. Come sta fisicamente? Bene, è stato bene tutta la stagione. In queste ultime due settimane il giocatore ha avuto un problema al ginocchio destro, ora non sarà al 100% sicuramente. Ma c’è tempo davanti. Se il Valencia ha provato a trattenerlo? Certo, il club lo voleva tenere e farlo rinnovare perché Keita si è dimostrato un professionista incredibile. Forte in campo, educato con la stampa e sincero. Uno che faceva la differenza. Ci è stato detto che inizialmente il giocatore preferiva una città che lo amasse, in cui la famiglia si trovasse a suo agio. Poi, ha scelto di competere ad alti livelli, in Champions. Nella Roma lo vedo bene».