Inter, Spalletti: "Voglio riportare il club in alto. Roma? La ringrazio, con la questione Totti ero diventato l'elemento che divideva e non univa"
Luciano Spalletti, nuovo allenatore dell'Inter, è intervenuto nella conferenza stampa di presentazione. Queste le parole dell'ex tecnico della Roma riportate da tuttomercatoweb.com:
Perche ha scelto Milano e una sfida così difficile?
"Voglio riportare l'Inter in alto, nel ruolo che le compete. Ho sempre immaginato questa società come una grande storia che voglio vivere anche io, tutti insieme nel mondo nerazzurro. Voglio essere in prima linea come attore, ma allo stesso tempo spettatore privilegiato. Quando si guarda questa storia da due prospettive differenti riesce a conoscerla al meglio: personalmente, vivrò questa avventura al 100%, assorbendo tutto quello che riguarda l'Inter dall'inizio alla fine".
Come si immagina la sua prima gara contro la Roma?
"Prima di tutto voglio ringraziare la Roma e il suo presidente per i messaggi che mi hanno mandato, oltre tutti gli sportivi giallorossi per tutto l'affetto che hanno manifestato. Il nostro avversario, la Roma, è forte: il suo valore è davanti a noi, è chiaro. I punti di differenza sono tanti, per superarlo non basta una sola vittoria, ma almeno 7-8. Io conosco benissimo i miei ex calciatori, professionisti di grandissima qualità. Hanno sempre onorato l'appartenenza alla causa, in ogni modo. Senza questo aspetto non si può fare bene. Sono sicuro che la Roma ci farà sudare quando la incontreremo: Manolas, Rudiger, Strootman, Nainggolan e altri, parliamo di giocatori che sanno quello che vogliono e hanno ben chiaro l'obiettivo di fronte a loro. Chiedo scusa: non posso non citare Dzeko, ha fatto tantissimi gol ed è riuscito, nel giro di una sola stagione, tutto quello che aveva accompagnato l'annata d'esordio in Serie A".
Perché ha deciso di andare via dalla Roma?
"Ci sono delle situazioni temporali da considerare. L'Inter mi ha contattato quando stava per finire il campionato, Pallotta sapeva del mio addio. Quindi, dicendo questo, si capisce la mia idea e la mia filosofia. Mi hanno chiamato da Milano, poi voi siete bravi a scoprire tutto... I contatti sono andati avanti e dopo aver chiuso con la Roma ho scelto l'Inter: un'opportunità bellissima per me, tra le migliori. Io non ho nessuna antipatia, diciamo qualche simpatia selettiva. A Roma ero diventato l'elemento che divideva e non univa, e mi riferisco alla questione di Totti. Se non riesco a far coincidere la squadra con il mito vuol dire che non ho fatto bene, forse. Queste cose dovrebbero essere un'unica cosa, quindi mi sono ritrovato in difficoltà. I fischi della gente durante la partita li ho sentiti, a Roma si sente tutto e in ogni posto: al bar, al semaforo... Ovviamente non sono mancati gli applausi, ma il mio lavoro è avere l'unione nell'ambiente in cui lavoro. Ora auguro alla Roma, senza di me, di essere finalmente unita".