De Magistris: "Napoli e Roma sono da sempre città amiche"

31.10.2014 17:45 di Alfonso Cerani   vedi letture
Fonte: huffingtonpost.it
De Magistris: "Napoli e Roma sono da sempre città amiche"
Vocegiallorossa.it
© foto di Marco Iorio/Image Sport

Il sindaco di Napoli Luigi De Magistris fa un appello importante a tutti coloro che si recheranno a vedere la partita domani pomeriggio. Queste le sue parole, raccolte dal sito huffingtonpost.it:

Che Napoli - Roma ritorni il derby del Sud. Faccio un appello a tutti affinché la partita di sabato possa giocarsi senza inutili tensioni fuori dagli stadi; e affinché gli ultras possano rappresentare quei valori di pace che sono il fondamento stesso dello sport.

Dopo la brutale aggressione e la morte di Ciro Esposito, il clima fra le tifoserie di Napoli e Roma è diventato plumbeo. Era inaccettabile che per il calcio morisse un giovane, come continua ad essere inconcepibile che si alimenti un odio fra opposte tifoserie, quando lo sport dovrebbe unire, non dividere. Basta con chi scimmiotta la guerra allo stadio, seminando violenza e terrore fra i veri sportivi. Napoli e Roma sono da sempre città amiche, e questa contrapposizione calcistica è ancora più inaccettabile se si pensa a quanta cultura e storia abbiano da sempre unito le due città. Roma e Napoli facevano parte della stessa regione ai tempi dell'Imperatore Augusto e hanno rappresentato l'una per l'altra una fonte di ispirazione continua.

Non comprendo e non posso accettare che la sana passione di chi grida il nome della propria squadra con amore sugli spalti possa prendere la forma dell'opposizione violenta ad altri essere umani. Perché si tratta del rovesciamento dei valori dello sport. Questi non sono i valori degli sportivi, ma neanche degli Ultras, talvolta ostaggio di frange violente. Non c'entra lo sport. Sono dinamiche psicologiche, oltre che criminali. Di criminali, vittime essi stessi di un sistema criminogeno. Il sistema dell'emarginazione, della povertà urbana, dell'assenza di valori e, soprattutto, della mancanza di lavoro, che spinge verso circuiti dove scatta il cortocircuito fra identità, sport e, a volte, una certa politica nostalgica delle contrapposizioni da anni Settanta.

Forse, chi fra i nostri ragazzi va allo stadio e sbaglia - magari anche solo cantando cori che non sono sfottò ma che rappresentano un incitamento alla violenza -, lo fa perché mancano altri valori, altri riferimenti. Ma questi valori ci sono ancora, se solo li vogliamo vedere veramente. L'amore, il dialogo, l'incontro: valori che si possono toccare con mano, non vuote enunciazioni. Valori a cui ha dato corpo Antonella, la mamma del povero Ciro, che dopo aver subito il suo lutto, ha lanciato un appello per la pace e per la ragione. La ragionevolezza dell'amore, contro l'irragionevolezza dell'odio. Un appello che Antonella ha coraggiosamente riproposto in questi giorni e che condivido e sottoscrivo. Vorrei che in campo, sabato, ci fosse una grande festa e un grande abbraccio fra i giocatori del Napoli e della Roma. In questi casi, l'esempio è tutto.

Affinché i valori positivi dello sport possano prevalere sulle ingiustizie. Valori che dobbiamo dimostrare con il nostro esempio, nella vita, perché ci crediamo, senza se e senza ma; e che vanno vissuti soprattutto nei momenti difficili. Sarebbe troppo facile invocare la Pace, quando tutto va per il verso giusto. L'Amore si dà in modo oblativo, non si concede in vista di uno scambio o di un utile. Proprio come ha dimostrato Antonella. Nell'ambito di una mia recente visita ad una scuola, un ragazzino mi ha raccontato il suo odio calcistico, perché tutta Napoli aveva subito un torto: la morte di Ciro, l'attenzione dei media su Genny 'a carogna per distrarre dalla violenta aggressione ai danni dei tifosi napoletani, il non aver ancora ricevuto giustizia.

"Non è giusto odiare quando si subisce un'ingiustizia?", mi ha chiesto il ragazzino. L'amore più rivoluzionario è quello che si dà senza chiedere nulla in cambio. La giustizia arriverà. Solo quando la Pace è più forte di tutto, la ragione trionfa, anche se si subiscono ingiustizie. E solo con il trionfo della ragione possiamo spazzare via da tutta Italia questa contro cultura della violenza e dell'odio che appesta i nostri stadi.