Bruno Peres: "A Roma avrei potuto fare molto di più. Fonseca? Comunicare in portoghese mi aiutava parecchio, forse troppo"

03.05.2022 09:20 di  Redazione Vocegiallorossa  Twitter:    vedi letture
Bruno Peres: "A Roma avrei potuto fare molto di più. Fonseca? Comunicare in portoghese mi aiutava parecchio, forse troppo"
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© foto di Antonello Sammarco/Image Sport

Bruno Peres ha appena vinto lo scudetto in Turchia con il suo Trabzonspor e ha parlato ai microfoni di gianlucadimarzio.com, ricordando il suo periodo alla Roma: «Ho lavorato con Di Francesco, un altro allenatore molto duro e preparato. Feci un salvataggio sulla linea clamoroso contro lo Shakhtar. Senza quel mio intervento, non saremmo riusciti a passare il turno nella partita del ritorno. Quell’anno fu molto positivo per la Roma e quell’episodio mi permise di avvicinarmi di più ai tifosi. Se ho un rimpianto, è che in quei due anni nella Capitale avrei potuto fare molto di più. Roma è una piazza difficile e io mi ero sentito arrivato. Avrei potuto fare molto di più, ma se non avessi fatto quegli errori, adesso non sarei la persona che sono diventato: si sbaglia, si impara, si cresce».
Successivamente, il brasiliano lascia la Roma e torna in Brasile sebbene abbiamo avuto la possibilità di tornare al Torino: «Mi avevano chiamato Cairo, Petrachi e Pantaleo Longo: mi volevano tantissimo. Solo che la mia ex moglie preferiva tornare in Brasile, e così avevo scelto di stare con la mia famiglia».
Dopo un anno e mezzo, Petrachi, passato alla Roma, lo richiama: «Mi aveva chiamato, perché mi voleva Fonseca". Le parole sul tecnico portoghese: «Con me è stato speciale: mi aveva detto che mi rivoleva indietro, ma che avrei dovuto aiutarlo. Che non dovevo fare sciocchezze, che era tutto nelle mie mani. Una bella responsabilità.

Addirittura, Petrachi lo aveva convinto a cambiare modulo, passando alla difesa a tre. "Devi lasciare libero Bruno sulla fascia’, gli aveva consigliato. Potete capire come mi ero sentito".
Il rapporto con Fonseca: «Giocai bene, e mi diede tanto spazio. E il fatto di comunicare in portoghese mi aiutava parecchio. Anzi, a volte troppo. Quando ero arrabbiato, senza pensarci lo mandavo a quel paese nella mia lingua… che era anche la sua! Lui lo capiva al volo, e mi diceva: "Ma che stai a fa". In perfetto romanesco. «Io manco ci pensavo, subito. Poi me ne accorgevo…».