Amelia: "Lo scudetto del 2001? Mi viene la pelle d’oca ancora oggi a vent’anni di distanza"

17.06.2021 18:35 di  Marco Campanella   vedi letture
Amelia: "Lo scudetto del 2001? Mi viene la pelle d’oca ancora oggi a vent’anni di distanza"
Vocegiallorossa.it

Marco Amelia è stato intervistato da GrandHotelCalciomercato.it dove ha parlato della storica stagione della Roma 2000/2001 e del suo futuro. Ecco le parole dell'ex portiere giallorosso:

Sul gruppo della stagione 2000/2001...
“Eravamo un gruppo vero di persone mentalizzate, affamate, vincenti".

Il più simpatico? 
"Direi Francesco Totti, ma anche Candela e Delvecchio erano uno spasso. Passarci anche solo dieci minuti era una meraviglia. Siamo stati squadra dall’inizio alla fine, e nei momenti di difficoltà è contato tantissimo".

Su Batistuta e Balbo...
"Tirava delle cannonate anche in allenamento. Spesso in una palla a metà io mi buttavo sui piedi, in attacco, e generalmente mi ritrovato con lui che si presentava davanti a me con una forza incredibile… anche Balbo a 35 anni faceva la differenza".

Sulla stagione 2000/2001...
"Da romano, nato e cresciuto nel settore giovanile della Roma, è stata una stagione entusiasmante, mi viene la pelle d’oca ancora oggi, a vent’anni di distanza. Ma le emozioni forti le tengo per quando rivedrò i miei ex compagni".

Come è cambiato il calcio da allora?
"A quel tempo si viveva di più lo spogliatoio, era più semplice fare gruppo e restare compatti. Oggi il mondo è cambiato, i ragazzi vivono con gli occhi sugli smartphone, c’è meno condivisione nei momenti chiave del gruppo, è più complicato creare quel clima di unione e coesione. Da allenatore me ne sto accorgendo in prima persona, chi deve gestire un gruppo squadra oggi ha un problema in più da dover affrontare”.

Cosa c’è di vero sulle voci di un tuo ritorno in giallorosso e che rapporto hai con José Mourinho?
“Il rapporto con il mister è sempre stato cordiale e diretto, fin dai tempi in cui allenava in A. Ci siamo sentiti quando la notizia è stata ufficializzata, gli ho dato il benvenuto a Roma e inviato il classico in bocca al lupo, sicuramente sarà una bella sfida. Per quanto riguarda me, mi è stato fatto notare che il mio nome veniva accostato alla Roma sui giornali. Era insieme a quello di altri ex giallorossi, tra le varie ipotesi per lo staff: ci sta, fa parte del gioco se non fosse che – essendo romano e cresciuto nel vivaio giallorosso. Sul mio telefono sono arrivati più di 1.000 messaggi tra amici, parenti, addetti ai lavori. Ma questo episodio non ha cambiato minimamente il lavoro impostato da settimane con il mio agente Umberto Riva, ovvero monitorare le varie opportunità e proseguire ad allenare in Italia, ma anche all’estero, perché no…”.

Quindi personalmente cosa vedi nel tuo futuro? Che tipo di percorso vorresti fare?
“Tre anni fa ho iniziato la carriera da allenatore, sono sempre rimasto focalizzato sul mio percorso di crescita, perché la strada è ancora lunga. Molti considerano la carriera da calciatore ad alti livelli un vantaggio, per me è semplicemente esperienza accumulata che torna utile quando cambi ruolo. Io credo fortemente nella formazione e nella gavetta: chi mi conosce sa che se fosse esistita la Serie Z avrei iniziato da quella. A questo punto del mio percorso, la Serie C può essere la dimensione giusta, ma la mia mente è aperta e valuterò con lucidità ogni proposta che riterremo interessante”.