Porto-Roma 1-1 - Top & Flop
TOP
CONFRONTO VERO - Si chiama calcio d'estate. Un calcio che di solito ha poco mordente e serve soltanto a mettere minutaggio nelle gambe. A parte il fatto che l'arbitro non abbia estratto cartellini è un discorso che non vale per la la Roma. Una squadra che gioca ogni 3 giorni, neanche fossimo tra novembre e dicembre. Quello andato in scena contro il Porto, visto il livello tecnico e con una preparazione atletica migliore, può essere annoverato come una gara vera.
NUOVO SISTEMA DIFENSIVO - Stessa storia, stesso posto, stesso BAR. La Roma è la stessa della passata stagione, ma l'atteggiamento è completamente diverso. Addirittura Mourinho gioca con un difensore in meno, specie se il terzino sinistro è uno di spinta come Calafiori rispetto a un mediano adattato a terzo centrale come Tripi.
INGLOURIOUS BASTERDS - "I bravi ragazzi non vincono le partite". Un mantra di Mourinho che sembra abbia fatto breccia nella testa dei calciatori. La Roma è una squadra puntigliosa, pronta a lottare e a farsi rispettare dagli avversari. La reazione di Zaniolo, quella di Mkhitaryan su Pepe. Di sicuro è un atteggiamento che piace sia a tecnico che ai tifosi.
FLOP
OCCASIONI - Attacco sterile. Dopo la goleada contro il Debrecen, Dzeko è appannato, Zaniolo e Mkhitaryan sono poco incisivi e Pellegrini si spegne dopo un tiro a giro a lato. Chi subentra non fa meglio e Borja Mayoral resta seduto in panchina per tutta la gara.
SERVE QUALCOSA DI MEGLIO - Veretout non riesce ad allenarsi con continuità e giocoforza sarà indietro rispetto ai compagni per l'inizio di stagione. Il centrocampo sembra essere il tallone d'Achille di questa squadra. Serve maggiore esperienza e qualità in un reparto così importante.
LE BASI NEL DIFENDERE - Il gol è una di quelle situazioni che facevano infuriare gli allenatori fin dai pulcini. Quando si affronta l'avversario che scarica la palla per un uno-due, si marca il movimento senza andare sul pallone altrimenti, come fa Ferreira, si lascia completamente libero il giocatore che può ricevere e tirare incontrastato. Qualcosa che Villar ancora deve imparare.