Lobont, come ai tempi della Dinamo Bucarest. La Roma perde ma lui c'è
Nel corso della sua lunga carriera Bogdan Lobont ne ha viste di cotte e di crude. Trionfi e delusioni, annate da protagonista ed altre nell'anonimato, complimenti e critiche. Arrivato a Roma un po' per caso, prima per guarire da un fastidioso infortunio ad un ginocchio, poi per provare a dare una mano ad una squadra - quella giallorossa - un po' in crisi nel reparto portieri. Grande uomo spogliatoio, Gatto Silvestro (come lo chiama il preparatore Pellizzaro) ha faticato a risalire la china, giocando poco e incassando giudizi negativi come il 21 agosto scorso dopo la deludente prestazione in Supercoppa. Lobbi non si è mai dato per vinto, durante la settimana ha sempre lavorato a testa bassa e ora - con Julio Sergio bloccato da un serio infortunio - si sta prendendo le sue rivincite. Bene contro Inter e Cluj, oggi a Napoli ha dimostrato di potersi esprimere sugli stessi livelli di quando - nella Dinamo Bucarest e nella nazionale romena - estasiava i tifosi a suon di parate.
Al S. Paolo ce l'ha messa tutta, parando tutto il parabile e il non, riuscendo anche ad infondere sicurezza in una difesa che ancora deve ritrovarsi del tutto. Peccato per i gol di Hamsik e per l'autogol nella ripresa, ma Bogdan Ionut Lobont da Hunedoara al S. Paolo è stato di gran lunga il migliore in campo. Perché nella sua lunga carriera, pur avendo solo 31 anni, ne ha viste di cotte e di crude. E non basta una Supercoppa sfortunata a buttarlo giù.