Scacco Matto - Roma-Feyenoord 1-1
La Roma delude ancora, non riuscendo a liberarsi del Feyenoord che la ferma ancora una volta sul pareggio, dopo l’ennesima gara tutt’altro che brillante.
Garcia sceglie un 4-3-3 con Pjanic regista avanzato e Totti a lanciare due velocisti, in questo caso Verde e Gervinho; quello del Feyenoord è invece solo nominale, giacché Immers gioca molto più avanti rispetto ai colleghi di centrocampo, trasformando lo schieramento in 4-2-3-1 o addirittura 4-4-2. I giallorossi iniziano aspettando per invogliare il Feyenoord a giocare: gli olandesi puntano a tenere sempre quattro uomini in area di rigore e servirli con cross tesi dalla trequarti, che però non sortiscono effetto. Gli ospiti fanno una gran fatica a chiudere gli spazi: con i terzini spesso alti, non basta la salida lavolpiana continua di Clasie per tappare le falle, create anche in mediana proprio dal 6 e dalle già citate avanzate di Immers, e la Roma ha molta più facilità nel giocare il pallone, puntando a trovare le fasce. La corsia destra è quella prediletta dalla squadra di casa, grazie alla freschezza di Verde e all’ordine di Torosidis: il primo regala una palla d’oro a Gervinho che spreca, il secondo replica, dopo un bel triangolo con Verde, uno dei pochi scambi completati, permettendo all’ivoriano di timbrare. Proprio il 27 è l’incubo di Wilkshire, presto ammonito e sostituito per problemi fisici da Rutten con Karsdorp.
Nel secondo tempo il Feyenoord alza i giri e la sua posizione in campo: questo inevitabilmente espone la Roma a più errori, il primo dei quali è immediatamente decisivo. Gervinho e Cholevas non si intendono e lasciano spazio a Karsdorp, che è libero di operare l’ennesimo traversone che scatena il gol di Kazim-Richards, partito comunque in posizione irregolare sul colpo di testa di Immers. È l’inizio di un secondo tempo in cui la Roma cala fisicamente finendo, come al solito, per arretrare ulteriormente; Garcia prova a contrastare il calo fisico coi cambi inserendo Doumbia e Keita per Totti e De Rossi e cambiando quindi la fase offensiva. L’effetto immediato è positivo, i giallorossi riescono a risalire un po’ di campo e a offrire un minimo di intensità, ma è un fuoco di paglia e Doumbia contribuisce a spegnerlo non sfruttando le occasioni che gli capitano sui piedi. Nel finale, con una Roma nuovamente sgonfia, il Feyenoord potrebbe affondare ma non riesce a farlo: finisce 1-1 e la Roma dimostra ancora una volta di tenere solamente per 45 minuti, evidentemente troppo pochi per vincere le partite.