Scacco Matto - Lazio-Roma 0-0, coraggio e sicurezza arrivano troppo tardi
Reti bianche nel derby della Capitale numero 170, che lascia Lazio e Roma appaiate in classifica, con i giallorossi ora avanti per l'esito del doppio confronto diretto.
LE SCELTE - Di Francesco mantiene l'assetto sfoggiato contro il Barcellona, cambiando un solo uomo per motivi di forza maggiore: Bruno Peres sostituisce l'indisposto Alessandro Florenzi sul lato destro del centrocampo, con Aleksandar Kolarov dall'altra parte e Daniele De Rossi e Kevin Strootman al centro. Davanti ad Alisson agiscono Federico Fazio, Konstantinos Manolas e Juan Jesus, alle spalle di Edin Dzeko ci sono Patrik Schick e Radja Nainggolan. Simone Inaghi mantiene invece lo stesso sistema di gioco di sempre con Ciro Immobile unico riferimento offensivo supportato da Sergej Milinković-Savić e Felipe Anderson, con Luis Alberto che parte dalla panchina.
TRAFFICO - Nella prima parte del primo tempo di gioco se ne vede poco. Le due squadre fanno un’abbondante densità rendendo poco fluida - e molto spezzettata dai falli - la manovra di entrambe; chi sembra stare meglio è la Lazio, più intensa nei contrasti e con le idee più chiare su come attaccare la porta di Alisson. La ricerca della verticalità per Immobile è però in questa fase frustrata dal perfetto posizionamento della linea difensiva della Roma, che con coraggio arriva più anche a pestare la linea di metà campo per mettere in fuorigioco il numero 17 biancoceleste, con Manōlas ancora fondamentale nella sua posizione centrale per tamponare anche le avanzate di Felipe Anderson. Al contrario, la Roma in verticale non riesce ad andare, a causa di una circolazione di palla troppo lenta per trovare la decisiva - per la sua manovra - zona di trequarti, in cui Nainggolan viene inglobato dal traffico e Schick preferisce starne fuori, partendo largo da destra ma rimanendoci troppo. I rapporti di forza si ribaltano però nella seconda parte, quando Nainggolan riesce a infilare per Peres, che centra il palo: la Lazio abbassa il suo baricentro e permette alla Roma di manovrare nella metà campo avversaria anche con i difensori centrali, rendendosi più intensa e pericolosa ma non abbastanza per battere Strakosha prima della fine del primo tempo.
RESET - Dagli spogliatoi le squadre escono come avevano fatto a inizio partita: c’è una differenza palpabile di intensità nelle giocate e di altezza del baricentro, con la Lazio più pronta ad aggredire il portatore di palla avversario rispetto alla Roma, a volte anche lenta nello spazzare l’area di rigore.
SUL RING DI DESTRA - Di Francesco prova a cambiare qualcosa cercando un mismatch sulla fascia destra: fuori Schick, dentro Cengiz Ünder, che entra e trova subito una bella sovrapposizione con Bruno Peres, contro uno spento Senad Lulić. Inzaghi se ne accorge e lo sostituisce con Jordan Lukaku, richiamando al contempo Felipe Anderson e inserendo Luis Alberto, piano ordito già prima del match per non calare in qualità come accaduto giovedì scorso a Salisburgo. Il vantaggio sull’out si capovolge a favore dei biancocelesti, tra cui sale in presenza Milinković-Savić, destinatario di tutti i palloni alti, giostrati con fisicità e qualità. Per la Roma le cose si mettono ancora peggio quando Manōlas alza bandiera bianca a causa dei crampi. Al suo posto entra Alessandro Florenzi, ma il modulo resta lo stesso, col neoentrato che si posiziona a destra, Jesus che scala al centro della difesa, Kolarov che si abbassa sul centrosinistra e Bruno Peres che si piazza sul lato opposto a quello a cui ha iniziato la partita. Cambiano quindi quattro quinti dell’ipotetica linea a cinque, che fatica a riorganizzarsi e dona coraggio alla Lazio, più presente e attiva già dall’inizio della frazione, mentre i difensori romanisti continuano a soffrire l’impatto del duo Lukaku-Milinkovic, con la zona tra Florenzi e Fazio - molto in difficoltà - di esclusiva competenza biancoceleste.
ROSSO CORAGGIO - La crescita della Lazio, però, si interrompe sull’espulsione rimediata da Stefan Radu, che lascia i suoi in 10: Di Francesco prova ad approfittarne mandando in campo Stephan El Shaarawy per Bruno Peres passando al 4-2-3-1 per provare a vincere, Inzaghi non rinuncia alla linea a tre difensiva richiamando Immobile e inserendo Bastos, con Milinković-Savić che diventa a tutti gli effetti il numero 9. Una mossa che permette alla Lazio di restare in linea di galleggiamento, almeno finché il serbo regge atleticamente: è solo il coraggio generato dalla superiorità numerica a spingere in avanti con più convinzione, che genera l’occasione e poi la traversa di Džeko, ma che aveva rischiato su una giocata da vero centravanti del numero 21, che causa un errore di Kolarov sul quale rimedia El Shaarawy, impedendo ad Adam Marušić di segnare il gol vittoria. Per la Roma è uno 0-0 frutto di poca qualità, poca intensità e un pizzico di sfortuna nel finale: si temeva troppa adrenalina dopo l’impresa di martedì, alla fine ne è stata messa in campo anche troppo poca.