Scacco Matto - Genoa-Roma 2-3, Gasperini sa dove pungere, ma non può fermare Totti e Dzeko
Gara pirotecnica a Marassi: alla fine la spunta la Roma, che batte il Genoa per 3-2 e mantiene viva la corsa al secondo posto.
LE SCELTE - Privo dello squalificato Miralem Pjanić, dell’infortunato Alessandro Florenzi e con Seydou Keita a mezzo servizio, Luciano Spalletti opera delle modifiche rispetto al suo classico undici: il tridente vede sempre il falso nueve Diego Perotti con ai lati Mohamed Salah e Stephan El Shaarawy, in difesa Maicon parte titolare a destra dopo il positivo spezzone di gara contro il Napoli e a centrocampo, insieme a Radja Nainggolan, ci sono Daniele De Rossi e soprattutto Kevin Strootman, al rientro dal primo minuto dopo 14 mesi. Nel Genoa non c’è nessuno dei diffidati (nel prossimo turno il grifone affronterà la Sampdoria nel derby) e Gasperini opta per un 3-5-2 con Suso e Leonardo Pavoletti di punta.
LA PARTITA - Lo schieramento della Roma è quello delle ultime partite: il nominale 4-3-3 si trasforma presto in un 4-4-2, con Perotti e Nainggolan attaccanti. Il belga, con la sua fisicità, può saltare addosso all’avversario di turno e con la sua tecnica può comunque partecipare all’azione offensiva. È lui ad avviare l’azione in verticale dell’1-0 giallorosso firmato da Salah,a cui partecipano tutti gli attaccanti e che frena l’inizio fortissimo della squadra di casa. L’ampiezza di Salah ed El Shaarawy costituisce minaccia continua per gli esterni di centrocampo e costringe a sua volta il pacchetto a tre ad allargarsi aprendo varchi, ma è al centro che Gasperini sorprende Spalletti. Davanti alla difesa c’è Rincon e non Tachtsidis, che gioca invece più avanzato rispetto al resto del reparto. E proprio da Rincon, che resiste a un contrasto di Strootman, parte l’azione del pareggio siglato dal greco, bravo a capitalizzare l’assist di Laxalt ma lasciato libero De Rossi, che arretra occupando lo spazio lasciato vuoto dalla difesa schiacciata ma si posiziona male e non può anticipare il suo ex compagno. Per difendersi, Gasperini imposta la sua solita serie di marcature individuali che la Roma prova a eludere cambiando le pedine: Perotti finisce a sinistra con El Shaarawy al centro e il numero 22 finisce per essere l’uomo più pericoloso della seconda parte della frazione, che termina sull’1-1.
I CAMBI - Per la seconda volta consecutiva, Spalletti sceglie Totti prima di Edin Džeko per rimettere la partita sui giusti canali: il Capitano entra per Perotti, ereditandone posizione e funzioni. Il primo cambio di Gasperini è invece tattico: esce Tachtsidis, rilevato da Marchese, la difesa diventa a 4 e al posto del greco a infastidire la trequarti difensiva della Roma c’è Dzemaili. La nuova posizione dell’ex napoletano non viene assorbita con immediatezza dalla difesa e il centrocampista riesce immediatamente a colpire, innescando Rincon, ancora sul lato di Maicon che mette dentro per Pavoletti un pallone che il centravanti manda in rete con veemenza per il 2-1. Reazione immediata: il brasiliano lascia il campo a Edin Džeko, Rüdiger va a destra, De Rossi si sposta al centro della difesa e Nainggolan retrocede a centrocampo insieme a Strootman, in un 4-2-4 purissimo. Dall’altra panchina esce Diego Capel, che prende il posto di Fiamozzi, ma il peso dei subentranti è decisamente diverso. Gasperini si dispera sul fallo che genera un calcio di punizione al limite dell’area e fa bene, visto che Totti batte Lamanna in una di quelle situazioni che annullano il gap dovuto alla carta d’identità. Poi è la volta di Džeko, il cui ingresso permette alla Roma di ampliare le possibilità anche alla palla lunga: De Rossi lancia proprio per il bosniaco, che fa valere tutta la sua tecnica agganciando e giocando basso il pallone che El Shaarawy manda dentro per il 3-2. Per il finale Spalletti si copre inserendo Zukanović al posto di Salah per far fronte all’ingresso di Pandev per Suso: il basso baricentro rischia quasi di compromettere la rimonta, ma Szczęsny è formidabile su Diego Capel e la Roma vince così la partita.
LA CHIAVE - Già da diverse partite la Roma soffriva sulla trequarti difensiva, sia per i movimenti ad allungare la difesa da parte dei centravanti avversari, sia per il proprio modulo con il vertice del triangolo di centrocampo girato in avanti. Gasperini ha letto bene questa difficoltà, inserendo in quella zona di campo prima Tachtsidis e poi Dzemaili, i giallorossi non hanno assorbito in tempo le nuove disposizioni tattiche e sono stati puniti una volta per tempo proprio dai due trequartisti. Poi però ci sono le qualità individuali e se dalla panchina escono il Totti decisivo di questo stralcio di stagione e un Edin Džeko in questa forma, la partita si può sempre ribaltare.