Roma-Benevento 5-2 - Scacco Matto - Due sistemi, un gioco
La Roma travolge il Benevento all'Olimpico con un roboante 5-2, frutto della doppietta di Dzeko, del gol di Pedro, Veretout e Perez.
LE SCELTE - Paulo Fonseca sorprende tutti e passa nuovamente al 4-2-3-1: il tecnico portoghese esclude Kumbulla e propone una linea a 4 con Santon, Mancini, Ibanez e Spinazzola. Dentro Cristante che si posiziona a centrocampo accanto a Veretout mentre dietro a Dzeko si posizionano Pedro, Pellegrini e Mkhitaryan.
Filippo Inzaghi risponde, invece, con il consueto 4-3-2-1 con Letizia e Foulon come terzini mentre Glik e Caldirola compongono la coppia centrale. A centrocampo, spazio a Ionita sul centrodestra, Schiattarella davanti alla difesa e Dabo sul centrosinistra che vince il ballottaggio con Hetemaj. In avanti, è Lapadula a guidare l'attacco vista l'indisponibilità di Moncini, supportato da Iago Falque e Caprari.
FRECCIA A SINISTRA - Dopo il gol iniziale, il Benevento si chiude tutto nella propria metà campo, cercando di coprire le linee di passaggio e rimanendo compatto. La Roma fa girare palla con l'obiettivo di liberare tra le linee Pedro e Mkhitaryan (cosa che accadrà parecchie volte) oppure andando a sfondare a sinistra, dove Spinazzola entra come la lama nel burro supportato proprio dall'armeno.
SEI PASSAGGI - Tanti sono stati i passaggi che hanno portato al primo gol giallorosso, propiziato da un'aggressione di Mancini, che recupera palla e poi la prende Pedro, che dà a Dzeko, il quale libera di prima Pellegrini, che scarica subito a sinistra per MKhitaryan, che vede la sovrapposizione di Spinazzola, il quale mette un cross basso per Pellegrini che, dopo aver visto il suo tiro rimpallato, vede Pedro che chiude il cerchio e va in rete. Qualità allo stato puro, questo è l'attacco della Roma.
RIFINITORE - Che Dzeko non sia solo una punta ma abbia anche un'attitudine alla rifinitura lo sappiamo da tempo. Contro il Benevento, più di una volta è venuto incontro liberandosi della marcatura di Caldirola e ha fatto partire un lancio (quasi) alla Totti per Pedro. Numero 9 e numero 10 contemporaneamente, un giocatore intramontabile.
DUE SISTEMI, UN GIOCO - Come ripete spesso Fonseca, la Roma sa giocare sia con il 3-4-2-1 e sia con il 4-2-3-1. Contro i campani, nella ripresa i giallorossi hanno cambiato modulo, passando proprio al 3-4-2-1. Subito dopo il 3-2 Cristante si è abbassato per formare una difesa a 5 e chiudere tutti gli spazi agli avversari. Cambia poco perché i principi di gioco rimangono gli stessi e la Roma non si snatura. Duttilità.
VILLAR - Al minuto 77 lo spagnolo prende palla, testa alta, vede il movimento di tutti i suoi compagni, decide qual è la giocata migliore, sfrutta la moblità dell'articolazione del ginocchio per eludere la scivolata di un avversario e accarezza la palla in modo da darla al momento esatto a Mkhitaryan, il quale vede Dzeko davanti alla porta e gli serve il pallone del 4-2. Tutto ciò grazie alla capacità di Villar di mantenere il sangue freddo e selezionare la giocata migliore da fare, eseguendola con una tecnica perfetta.