Delvecchio: "Strepitoso avvio per Pellegrini, peccato non ci sia oggi. Abraham mi piace, ha tutto"
Marco Delvecchio, ex attaccante della Roma che in carriera ha avuto un certo feeling contro la Lazio, avendole segnato ben 9 volte, è stato intervistato da Il Messaggero. Queste uno stralcio delle sue dichiarazioni sulla stracittadina odierna:
Cosa ha di speciale questo derby?
«Perché qui c’è una passione lunga, nelle altre città il derby è la partita e poi se ne parla poco. A Roma è derby sempre, il tifoso romanista, ti parla della Lazio appena ti incontra. “Aho, devi fare gol”, il minimo sindacale che ti chiede. Poi a me capitava spesso, perché di gol ne ho fatti».
Nove gol, lo ricordiamo. Ma ne hai segnati più Totti alla fine.
«Ha giocato di più e Francesco qualcuno l’ha fatto su rigore, io tutti su azione. Ma se lo merita, lui è la Roma, doveva finire così. Anche io la mia fetta me la sono mangiata, sono soddisfatto».
A quale derby è affezionato?
«Ce ne sono alcuni indimenticabili. Il primo con Capello, vincemmo quattro a uno, segnai due reti a Marchegiani, poi quello sotto la Sud, con Zeman in panchina, tre a uno, anche lì realizzai una doppietta, con tanto di maglia esibita sotto la Sud. L’anno della scudetto anche, insomma, ce ne sono da ricordare. Ancora oggi è un’emozione. La Roma ha festeggiato il mio compleanno inviando sui social un messaggio con i miei gol alla Lazio. Fa piacere, vuol dire che un segno l’ho lasciato. E ricordiamo anche quello che mi hanno annullato, quella sera il quattro a tre sarebbe stato clamoroso. Leggendario. Pazienza».
Che partita immagina?
«Speriamo tanto che vinca la Roma, ne ha la possibilità, ha l’allenatore giusto e i calciatori che possono fare la differenza. Vedo equilibrio».
Mourinho le ricorda Capello, ci disse.
«È vero. Mi ricorda quel periodo, al suo arrivo la squadra cambiò marcia e ambizioni. E i derby erano partite sentite, ma che giocavamo anche per questioni di classifica, uscendo un po’ dal discorso cittadino, che resta sempre importante e caratterizzante. La Roma può lottare, non so se quest’anno, ma il progetto con Mou è ambizioso».
Le piace Abraham?
«Sì, ha tutto: fisico, tecnica, anche lui conoscerà subito cosa significhi giocare il derby di Roma. E per fortuna è tornato il pubblico, lo scorso anno una tristezza».
Pellegrini è il capitano giusto?
«Sì. Ma poi, come sta giocando? È cresciuto tantissimo, l’avvio di stagione è stato strepitoso. E poi anche lui, quanto a derby, ha qualcosa di magico da ricordare. Ha segnato di tacco, no? Davvero un peccato che non possa giocare».