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Un delicato equilibrio rotto fin troppo facilmente

Un delicato equilibrio rotto fin troppo facilmenteVocegiallorossa.it
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Oggi alle 00:29Primo piano
di Gabriele Chiocchio
fonte L'editoriale di Gabriele Chiocchio

Quando la Roma ha scelto di affidarsi a Gian Piero Gasperini, si conosceva benissimo il tipo di calcio che il tecnico di Grugliasco voleva portare a Trigoria: nove anni di una certa Atalanta hanno reso perfettamente edotti tifosi, appassionati e anche addetti ai lavori su cosa ci si potesse aspettare, del tempo che sarebbe servito e di ciò che si doveva reperire sul mercato per far sì che la teoria si potesse trasformare in pratica.

La sorpresa, in queste prime giornate di campionato, era stata quella di vedere una Roma più pratica e compatta dietro, benché comunque decisamente gasperiniana per princìpi, che efficace davanti, non solo per finalizzazione ma anche per capacità di creare, non certo eccezionale. Il primo tempo di San Siro ha ribaltato - o fatto tornare al suo posto, dipende dai punti di vista - questo paradigma, con la Roma che ha messo le tende nella metà campo avversaria arrivando tante volte al tiro, ma non riuscendo mai - e questo è rimasto in linea con quanto tracciato finora - a prendere bene la mira.

L’episodio del gol subìto può sembrare un classico cliché ma contiene tanti errori che vanno anche oltre il margine di rischio contemplato in un sistema di gioco del genere; soprattutto, ha però rotto quel delicatissimo equilibrio su cui poggia il sistema di gioco di Gasperini. Senza dover scegliere tra l’incapacità di convertire quanto generato e la gravità della gestione della transizione negativa in occasione della rete di Pavlovic, il problema con cui la Roma torna da San Siro è l’incapacità di essere andati oltre un primo tempo che non può essere definito tanto più che “incoraggiante”, e dopo il quale il livello fisico e mentale è calato drasticamente.

L’intensità è l’ingrediente principale del calcio di Gasperini: persa quella, la Roma non ha potuto neanche più porsi il problema di dove migliorare - rigori compresi -  per rendere concreto ciò che è rimasto astratto. E se è bastato un solo episodio - come detto, in parte nell’ambito del contemplabile - per interrompere una prestazione come quella dei primi trentanove minuti, allora bisognerà fare ragionamenti più ampi di quelli che la classifica, ancora buona, può suggerire. Pensare di essere perfetti desiderando di essere così aggressivi è fin troppo, pensare di mollare così facilmente in intensità e aggressività non è accettabile se si sceglie di giocare in un certo modo. Una lezione che poteva anche essere più severa a livello di punteggio, un salto di qualità mancato. Si spera, rimandato.