Licenziamento Berardi, la Roma dovrà risarcire all'ex CEO 2,5 milioni

Licenziamento Berardi, la Roma dovrà risarcire all'ex CEO 2,5 milioni
© foto di Luca d'Alessandro
Oggi alle 08:46Primo piano
di Maurizio Rasa

Secondo quanto riportato dall'edizione odierna de La Repubblica, la Roma è stata condannata a risarcire l'ex amministratore delegato Pietro Berardi per la revoca anticipata del suo incarico. La Camera arbitrale dell’Ordine degli avvocati di Roma ha emesso che il club giallorosso non è riuscito a dimostrare la giusta causa del licenziamento e ora si trova a dover pagare all'ex CEO una cifra che si aggira tra i 2,5 e i 3 milioni di euro.

LA SITUAZIONE - Berardi, seguito dall'avvocato Giampiero Falasca, aveva contestato le accuse mosse dalla società che riguardavano: ambiente di lavoro tossico, comportamento aggressivo nei confronti di dipendenti e interlocutori istituzionali, commenti sessisti ed estetici verso dipendenti di sesso femminile e violazioni della riservatezza e degli obblighi di compliance. I legali della Roma e di Neep Roma Holding, rappresentate in giudizio dall’avvocato Andrea Sacco Ginevri, avevano difeso la legittimità del licenziamento, sostenendo che si trattasse di una scelta necessaria e motivata da gravi inadempienze. Ma le contestazioni non sono state provate secondo gli arbitri.

LE CIFRE - La Roma adesso si trova a dover risarcire Berardi di 2.023.000 euro tra compensi maturati, bonus annuali e l’indennità prevista dal contratto in caso di risoluzione senza giusta causa, a cui si devono aggiungere anche 160mila dollari in rimborsi per spese sanitarie, viaggi e alloggio. Il totale, con 450mila euro di interessi e spese di lite, supera i due milioni e mezzo.

Non è la prima decisione favorevole all’ex Ceo: nei mesi scorsi Berardi aveva già ottenuto dal Tribunale del lavoro circa 200mila euro per la cessazione del contratto da general manager. Ora si chiude anche il secondo fronte. Secondo i legali del club l’esito del lodo è un pareggio, vista l’iniziale richiesta di 5,5 milioni e una penale da 2,4 inserita nel contratto. Non è escluso il ricorso in appello per cercare di portare a zero la cifra da risarcire