Quei famosi centimetri

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Ha avuto ragione lui. Il pericolo di entrare in una spirale autodistruttiva era altissimo e, probabilmente, José Mourinho lo sapeva. Dopo la clamorosa sconfitta contro la Cremonese, perdere anche contro la Juventus avrebbe significato allontanarsi dalla zona Champions e prendere una seconda batosta consecutiva, che avrebbe potuto avere conseguenze disastrose. Con i se e con i ma non si combina nulla, è chiaro, però non sarebbe stato uno scenario così inverosimile, anzi. Chi segue la Roma, ne ha visti e vissuti tanti di momenti così.
Invece, lo Special One ha, da una parte, distratto l’opinione pubblica grazie alle polemiche extra campo e, dall’altra, ha avuto la tranquillità per lavorare sulla testa dei suoi calciatori.

ATTEGGIAMENTI – I giudizi sulla partita sono sempre influenzati dai risultati, lo sappiamo, e se la Juve, invece di prendere 3 pali, l’avesse buttata dentro anche solo una volta magari staremmo parlando di un'altra partita ma c’è qualcosa che non si può cambiare ed è sintomo di una squadra in salute. L’atteggiamento dei giocatori in campo, alcuni dettagli, alcune situazioni viste ieri (e non solo ieri) testimoniano chiaramente che il gruppo rema tutto dalla stessa parte, che tutti lavorano per raggiungere il medesimo obiettivo. Basti pensare al recupero di Pellegrini dopo 10 minuti di gioco, quando è apparso all’improvviso alle spalle di Di Maria, in area giallorossa, per strappargli la palla o il doppio recupero di Matic, che ha praticamente salvato due gol. Nel giro di 5 minuti infatti, dal 23’ al 28’ del primo tempo, è piombato due volte su Fagioli impedendogli di trovarsi a tu per tu con Rui Patricio, la seconda volta dopo una ricorsa a tutto campo. Sono dettagli, sono i famosi centimetri di cui parla Al Pacino in Ogni Maledetta Domenica, quei centimetri che hanno impedito ai bianconeri di arrivare in porta, dando una sterzata, chi lo sa, alla stagione giallorossa.