Le incomprensibili scelte dell'Italia: Mancini e Belotti non meritavano di far parte di questi convocati?
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Premessa: ogni volta che gioca l’Italia diventiamo tutti allenatori e, a prescindere, c’è sempre qualcosa da criticare in merito alla scelte del CT. D’altro canto, anche quando si è vinto qualcosa si è comunque partiti da una base di scetticismo in merito su certe convocazioni.
Detto questo, l’Italia di Mancini è pronta per iniziare la sua avventura per raggiungere la qualificazione a Euro 2024, affrontando questa settimana Inghilterra e Malta, con la Roma nello specifico che sarà rappresentata da Spinazzola, Cristante e Pellegrini.
Rimanendo in casa giallorossa e senza voler contestare altre scelte che hanno coinvolto altre squadre, dall’elenco del CT spiccano le assenze di Gianluca Mancini e Andrea Belotti.
È vero che il difensore anche in passato non è stato un elemento fisso dei convocati, però leggendo i presenti la domanda sorge spontanea: questo Mancini merita di restare fuori? Il CT suo omonimo, che dopo il flop Mondiale ha più volte dichiarato di rifondare il gruppo azzurro, ha convocato Toloi, Acerbi e Bonucci che in tre fanno 104 anni.
Insomma, non proprio scelte lungimiranti se si vuole aprire un nuovo ciclo. Nello specifico, il difensore della Juventus è reduce da una stagione negativa e complicata a causa di tanti problemi fisici, al contrario di Gianluca Mancini che, in tal senso, dà maggiori garanzie.
Se vogliamo, l’esclusione del difensore giallorosso è ancora più clamorosa perché l’Italia nelle ultime partite ufficiali ha giocato con la difesa a 3, assetto che si sposa pienamente con le caratteristiche del calciatore della Roma.
Capitolo Belotti. L’attaccante era rimasto fuori dall’ultima tornata di convocazioni di fine 2022 e poteva starci dato il complicato avvio di stagione. In questo inizio di 2023, pur non riuscendo ancora a incidere come vorrebbe in fase realizzativa, si è visto comunque un Belotti più in forma e nel vivo del gioco.
Ma a parte i freddi numeri, il discorso è: possibile che un classe 2006 come Pafundi, con tre presenze da pochi minuti in campionato, meriti la Nazionale più di un campione d’Europa in carica in piena maturità calcistica? Oppure, possibile che un attaccante argentino con passaporto italiano, alias Retegui, che non sa nemmeno la nostra lingua e non ha mai giocato in Europa, sia più meritevole di Belotti?
Ai posteri, o meglio, al campo, l’ardua sentenza.