La convinzione del Siviglia di vincere e l'atteggiamento opposto della Roma
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“Non ho paura di niente, penso che vinceremo l’Europa League”; “Abbiamo l’Europa League nel sangue”; “Andiamo a Budapest per riportare la coppa a casa”. Queste sono solo alcune delle frasi enunciate dai giocatori del Siviglia, in vista della finale di Europa League contro la Roma. Nonostante la superstizione sia un sistema umano di difesa che mira a scacciare il senso di dubbio e dare una garanzia, c’è chi, come Suso, volta le spalle a quest’ultima, pubblicando una storia con le sette sfere del drago di Dragon Ball, con chiaro riferimento alla possibilità del suo Siviglia di vincere la settima Europa League.
La consapevolezza di essere la squadra ad aver vinto più Europa League di qualunque altra porta ad avere un atteggiamento sacripante, quasi provocatorio nei confronti dell'altra, con il rischio di fare effetto boomerang. Infatti, spesso la storia del calcio ci ha insegnato che troppa convinzione e sicurezza non sempre possono rivelarsi atteggiamenti positivi, soprattutto se in ballo c’è una finale europea contro Mourinho.
Se da una parte c’è dunque una squadra a cui piace giocare con il fato e mette da parte la superstizione, dall’altra c’è una squadra umile che gioca a fare l’opposto, cercando di mantenere un profilo basso e lasciando meno dichiarazioni possibili. Non è infatti un caso che Mourinho, nel post partita di Fiorentina-Roma, abbia deciso, insieme alla squadra, di non rilasciare dichiarazioni alla stampa la settimana prima della finale.
Nel calcio l’irrazionalità è un aspetto sempre preso in considerazione: da chi gioca, da chi allena e da chi tifa. Il gioco di Mourinho è proprio quello di mantenere un profilo bassissimo, con l'intento di mantenere alta la concentrazione all'interno dello spogliatoio, nonostante abbia più volte dichiarato di essere un allenatore tutt'altro che superstizioso.
Dunque, prendendo in considerazione le dichiarazioni e gli atteggiamenti social, le due formazioni arrivano alla finale con atteggiamenti completamente opposti. L'arma in più della Roma si chiama José Mourinho che il suo carisma e il suo modo di preparare le finali, lo hanno portato ad essere uno degli allenatori più vincenti della storia del calcio.