Stadio - Ignazio Marino: "Dopo il mio allontanamento è stato rifatto il progetto: cancellare il precedente è stato un insulto ai romani"
L'ex sindaco di Roma il Professor Ignazio Marino in collegamento da Philadelphia è intervenuto nel programma Lavori in Corso in onda su Radio Radio e Radio Radio TV rilasciando le seguenti dichiarazioni sullo stadio della Roma a Tor di valle:
«Io e il professor Caudo non accettammo di votare l'interesse pubblico sullo stadio della Roma fino a quando dopo una riunione di un'intera giornata a New York, uno dei viaggi che mi vengono contestati, chiedemmo a James Pallotta di inserire circa 300 milioni di euro di investimenti privati per opere pubbliche: una metro, il raddoppio della Roma-Lido, un altro ponte per le automobili. Tutto questo avrebbe potuto portare allo stadio almeno il 70% degli spettatori via ferro. Rimango sbigottito perché dopo il nostro allontanamento viene rifatto il progetto e viene detto ai privati "Non vi preoccupate, quei 300 milioni non ci servono più e anzi ce li mette lo Stato italiano e quindi i cittadini di tutto il Paese", invece di avere un'opera con un segno che sarebbe rimasto nella storia dell'architettura della città: le tre torri di Libeskind, l'architetto che ha vinto il concorso per progettare la ricostruzione di Ground Zero, non proprio uno sconosciuto. Cancellare quel progetto è stato un insulto pesante alle romane e ai romani. Favore ai costruttori? Certamente se venisse realizzato in questo modo, dicendo che non servono più 300 milioni di investimenti privati in opere pubbliche, che è quello che poi il governo della sindaca Raggi ha annunciato con grande gioia, io credo che i costruttori ne sarebbero abbastanza soddisfatti. Se c'è un imprenditore e viene il sindaco a dirti "Non ti preoccupare se Marino ti ha chiesto 300 milioni per le opere pubbliche, rifacciamo tutto e quei 300 milioni te li tieni tu", credo quell'imprenditore sia molto contento».