Vucinic: "Senza l'Inter avrei vinto un paio di scudetti con la Roma. Adriano era un giocatore incredibile nonostante qualche chilo di troppo"
Che ci fanno un calciatore e un DJ a bordo di un’auto senza una precisa meta mentre vengono spiati dalle telecamere? Semplice, fanno GoalCar (#goalcar), una web serie originale, fresca e divertente, soprattutto nei contenuti. Dopo il successo della prima stagione, per la seconda lo speaker radiofonico e DJ Carlo “Carletto” Nicoletti è andato in Salento ad incontrare sei giocatori che hanno fatto la storia del calcio italiano ed internazionale.
Con ognuno di loro a trascorso una giornata in giro per le strade salentine ascoltando i loro racconti, aneddoti, incontri che hanno cambiato anche il loro destino calcistico. Per questo quinto appuntamento ospite è Mirko Vucinic.
Ha preso tante giornate di squalifica in Primavera al Lecce:
"Ho preso sei mesi, ridotti poi a quattro. Ho sgridato l'arbitro, ma andai oltre. Era un Lecce molto forte con Ledesma, Bojinov".
Poi l'esordio in Serie A:
"Cavasin mi fece esordire. Tutti i tecnici che ho avuto mi hanno lasciato un segno, ma è con Zeman che sono uscito fuori e mi ha fatto conoscere a tutti".
E poi la chiamata della Roma:
"Fu tutto diverso. Mi cercavano altre squadre, ma Roma è una squadra importante. C'era un'Inter stratosferica, senza di loro almeno un paio di scudetti li avremmo vinti. Totti? È un campione. Adriano? Nonostante qualche chilo in più era un giocatore incredibile. Mi ha impressionato ma è stato un rammarico. Aveva un tocco di palla fantastico. In quella Roma c'erano tanti grandi giocatori. Totti era un capitano vero in quello spogliatoio. Quando c'era da alzare la voce lo faceva, quando c'era da divertirsi lo faceva".
Poi l'esperienza alla Juventus:
"Dovevo cambiare, per avere nuovi stimoli. All'epoca parlavo con il Marsiglia, ma quando si presentò la Juve non ci pensai due volte. Era un bello spogliatoio, la forza è cresciuta anno dopo anno. Rischiai alla Juve ma ne è valsa la pena. E poi quel primo Scudetto fu incredibile, perché nessuno ci credeva".
Il gol più importante fatto?
"A Lecce la doppietta a Cosenza per salire in A. Alla Roma quello a Catania, dove abbiamo vinto lo Scudetto per pochi minuti prima del gol di Ibra. E alla Juve ho fatto il gol Scudetto".