TRIGORIA - Di Francesco: "Il primo che ho chiamato è stato De Rossi. Nessun proclama, la base è l'umiltà e l'entusiasmo. Voglio continuare a lavorare con Totti. Strootman è un capitano in campo"

14.06.2017 16:30 di  Marco Rossi Mercanti  Twitter:    vedi letture
Fonte: dall'inviato a Trigoria Danilo Magnani
TRIGORIA - Di Francesco: "Il primo che ho chiamato è stato De Rossi. Nessun proclama, la base è l'umiltà e l'entusiasmo. Voglio continuare a lavorare con Totti. Strootman è un capitano in campo"
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Queste le parole di Eusebio Di Francesco durante la presentazione come nuovo tecnico della Roma:

"Ringrazio il presidente e tutti i direttori per l'opportunità, è un'occasione unica. Ringrazio tutto il Sassuolo, a partire dai magazzinieri, i tifosi, i direttori, i giocatori. Ringrazio il dottor Squinzi per la fiducia mostratami, il Sassuolo resterà nel mio cuore".

Che idea si è fatto della Roma in questi anni?
“È una squadra forte con profili interessanti che purtroppo ha avuto di fronte una grande squadra come la Juventus, è una squadra di top livello”.

Quanto sarà d'aiuto avere il pubblico accanto?
“Avendolo vissuto in prima persona è fondamentale, sono convinto che saranno il dodicesimo uomo in campo, chi vive e indossa questa maglia ha sensazioni uniche, la curva trasmette quel qualcosa in più che serve ai calciatori, voglio portare senso di appartenenza a questa maglia”.

La Roma sembra una squadra contraddittoria: perché?
“Noi dobbiamo lavorare e io sono pronto. Di contraddittorio c'è il fatto che sono stati battuti diversi record, Dzeko ha fatto più di 30 gol e il lavoro c'è stato, ma per raggiungere qualche traguardo serve qualcosa in più e io sono qui per questo”.

Quale valore aggiunto può dare uno stadio di proprietà?
“Un valore positivo all'ennesima potenza, permetterebbe di avere il tifoso più vicino, sarebbe il futuro per rimanere nei top club europei, la volontà di avere uno stadio è univoca, sono convinto che ce lo avremo e mi auguro di essere qui per l'apertura”.

Tra i suoi obiettivi c'è quello di lavorare con Totti? Lo ha sentito?
“La società ha parlato con Totti, a breve dovrà dare una risposta, ho un legame particolare con lui, è abbastanza grande per scegliere il ruolo che vuole, voglio continuare a lavorarci insieme”.

La Roma ha cambiato 8 allenatori in 7 anni...
"Io penso al mio lavoro, sono convinto di trasmettere i valori della società e di questo ambiente che conosco. Voglio trasmettere entusiasmo e ciò deriva dai nostri comportamenti, dall'essere vicini alla gente ed essere sinceri ma fare dei risultati che sono alla base del calcio, magari facendo divertire".

È difficile allenare a Roma?
“Non mi sto ponendo tanti problemi, la cosa più importante è di cercare di creare grandissima compattezza, lavorare insieme per un obiettivo comune, ci saranno momenti difficili, ma noi vogliamo che ci sia un percorso più in discesa che in salita. Fa parte di questo lavoro sapendo che questo può essere un ambiente particolare, ma sono sereno”.

Ha parlato con Zeman?
"Non ho parlato con nessuno, ho tanti amici nel calcio e sono contento di averli. Sono convinto che questa sarà un'esperienza diversa da quella che ho vissuto da giocatore, ma dobbiamo trasmettere consapevolezza e una grandissima umiltà nel lavoro, lo sottolineo, devo trasmettere questo nei giocatori e devono essere disponibili".

Berardi alla Roma?
"Ne risponde il direttore. Sul giocatore dico che ha grandissimi mezzi ma non significa che sia un nostro obiettivo, ma è di altissimo profilo".

Lei è aziendalista?
"La scelta di Hector Moreno è stata condivisa, io lavoro con il direttore per far crescere la Roma, siamo un'unica entità, lavoriamo per il bene della Roma, ritengo che noi insieme cercheremo di mettere una squadra molto forte. Lavoriamo insieme vero direttore? (ride)".

Cosa cambia allenare la Roma rispetto alle squadre di provincia?
"Anche se ho allenato una squadra piccola come il Sassuolo, non ho mai avuto un atteggiamento remissivo, con la Roma sicuramente il modo di fare calcio non cambierà, cercheremo sempre di fare la partita e magari cambiare a secondo dell'avversario, dipende dalle situazioni, partiremo da un sistema di gioco sul 4-3-3 che è quello dove mi esprimo meglio, poi magari ci saranno cambiamenti a seconda della partita".

Nainggolan trequartista nel 4-3-3? Ci sarà spazio per Pellegrini?
"Pellegrini è un'ottima mezzala, la società ci sta lavorando, ha avuto un bellissimo percorso di crescita, è impressionante. Nainggolan può fare 18 gol da mezzala, anche se dovesse partire lateralmente in un sistema di gioco coordinato, potrebbe inserirsi maggiormente, poi ci sta anche l'intelligenza delle situazioni e capire dove cambiare in dinamica, anche durante la gara. Io sono stato scelto perché faccio un certo tipo di calcio ed è giusto che io trasmetta il mio pensiero di calcio ai giocatori ed è fondamentale".

Di quanti attaccanti ha bisogno? La società sta operando?
"La società si sta muovendo, io spremo a livello fisico gli esterni e le mezzale, abbiamo necessità di essere competitivi, ci servono giocatori di qualità per competere in tutte le partite".

Quale obiettivo la renderebbe contento?
"Nessun proclama, prima ho parlato di grandissima umiltà nel lavoro e da questo possiamo ottenere grandi risultati, io so quali siano le speranze della gente, viviamo di concretezza e speranza, se partiamo da questo, dalla base che ti dà l'entusiasmo, che ti coinvolge e sta anche a noi renderlo così, abbiamo fatto già un passo in avanti".

Dove vede collocato Florenzi?
"Auguriamoci che si metta a posto e portarlo in ritiro già a Pinzolo. Può fare moltissimi ruoli, però voglio lavorare nella specificità dei ruoli, attacca molto bene la porta, ha un ottimo tiro ma ha fatto bene anche il terzino, deve migliorare dal punto di vista difensivo ma lo voglio allenare prima di identificarlo in un ruolo".

Quant'è importante De Rossi?
"La prima persona che ho chiamato è stata De Rossi, richiama il senso d'appartenenza. Mio figlio che gioca nel Bologna dice che il suo idolo è De Rossi, perché lui è il primo a esultare se segna un compagno, è un'immagine che devono prendere d'esempio. Conosciamo il valore di Daniele, sarà il punto di riferimento della squadra al di là se giocherà titolare o no, tutti avranno le stesse chances".

Ha fiducia in Bruno Peres?
"Ci possono essere delle difficoltà. Bruno Peres ha spesso giocato a 5, se deve giocare a 4 deve migliorare ma lo tengo in grande considerazione, lo valuterò in ritiro".

Strootman e Paredes potrebbero essere ideali per il suo centrocampo?
"Sì, Paredes può giocare al centro nel 4-3-3. Strootman è un'ottima mezzala, dopo l'infortunio è diventato una sorta di capitano in campo, può fare la mezzala".

 

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