Sabatini: "Inutile nasconderlo, Roma è dei romanisti"
Walter Sabatini ha partecipato ieri a Perugia alla presentazione del libro «La pausa del calcio» del filosofo Elio Matassi. Assieme al ds giallorosso hanno partecipato anche d.g. del Perugia, Luigi Agnolin, e l’ex portiere Lamberto Boranga. Quando l'ex arbitro ha ammesso di vivere i derby come una partita normale, Sabatini ha replicato: "Lo vorrei anche io, ma so che domenica non sarà così". Dopo aver poi definito l'informazione sportiva romana come "tossica", il ds giallorosso ha spiegato che i giornali "enfatizzano perché ormai vivono il dramma di arrivare secondi, terzi o quarti rispetto agli altri". Nelle radio romane si assiste invece ad "un trionfo linguistico - le parole riportare da La Gazzetta dello Sport - una sintassi straordinaria e ovviamente spesso si offende".
Sulle differenze tra il tifo romanista e quello laziale: "La Lazio vive anche fisicamente più lontano dalla città e i suoi sostenitori sono dispersi su un territorio più grande. Inutile nasconderlo: Roma è dei romanisti, che hanno un tifo doloroso, passionale, che si tramandano di generazione in generazione, più pronto a ricominciare. Il tifo della Lazio invece ha un tipo di espressione più pessimista". Sulle problematiche del tifo: "Noi società abbiamo le mani legate. Avanziamo timide proposte che vengono disattese. Lo stadio è uno spazio chiuso, insulare. I tifosi urlano e contestano perché vogliono essere qualcosa, vanno alla ricerca di una identità, ma è vero che anche noi, come strutture, abbiamo fatto poco per agevolarli. Se il calcio abbia preso il posto delle ideologie? Perché non esistono più la destra e la sinistra". E' intervenuto poi Agnolin, che fu il primo d.g. dell’era Sensi: "Io ho avuto una macchina bruciata e a Trigoria mi hanno preso a pistolettate. Il senso di appartenenza dovrebbe sottendere tutto — storia, cultura, conoscenza in generale — ma non può prescindere dalle regole".